domenica 30 giugno 2013

A proposito di smaltimento dei rifiuti speciali

Una collega scrive su Facebook, nel gruppo Sanità in Rete:
 
"Qualcuno mi puo' chiarire ? Sono medico di base, divido la stessa stanza in orari diversi con un altro medico di base, non facciamo altro, la stanza e' una normale stanza non uno stanzone, c'e' spazio per un contenitore per rifiuti speciali- qualche siringa in urgenza o medicazione saltuaria- posso fare un contratto smaltimento per la stanza, un collega mi ha detto che il contratto e' personale ma io mi chiedo - visto che io devo fare 1 ora al giorno e il collega 2 ore in base ai mutuati , in quella stanza possono ruotare molti atri colleghi e che dovremmo fare 5-6 contratti con 5- 6 contenitori e poi noi dove lavoreremmo nel corridoio?
Io mi sto orientando sulla linea di un solo contratto , ma mi ponevo il problema che se arriva un controllo e ti multano, penso, mi sento doppiamente beffata..."

La risposta più esauriente è quella di un collega che risponde quanto segue:

"Questo dice una circolare "chiarificatrice" del Ministero dell'ambiente: 

omissis...... In conclusione, l'obbligo della tenuta dei registri e della comunicazione al Catasto riguarda i rifiuti sanitari pericolosi prodotti:
a) da Enti (complessi organizzati di persone e cose aventi autonoma soggettività di diritto) che erogano prestazioni sanitarie;
b) da attività sanitarie erogate da professionisti nell'ambito di un'organizzazione d'impresa (a mero titolo esemplificativo, non esaustivo, cliniche, poliambulatori, ecc.).

Sono, invece, esclusi dal predetto obbligo i rifiuti sanitari pericolosi prodotti nell'esercizio di professione intellettuale non inquadrata in un'organizzazione d'impresa (singoli professionisti, medici generici, medici di famiglia, anche se si avvalgono della collaborazione di ausiliari).

Si ritiene opportuno sottolineare che detti rifiuti dovranno, in ogni caso, essere gestiti in modo separato dagli altri rifiuti e, anche qualora siano assimilabili ai rifiuti urbani ai fini dello smaltimento, non possono essere conferiti al servizio di raccolta dei rifiuti urbani ma raccolti e avviati allo smaltimento tramite ditte autorizzate o tramite apposito servizio organizzato dal soggetto che gestisce il servizio pubblico, ai sensi dell'articolo 10 e dell'articolo 45 del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22.
Il corretto smaltimento di tali rifiuti dovrà essere dimostrato tramite la conservazione dell'apposita copia del formulario di trasporto."

In conseguenza di ciò appare corretto che il produttore dei rifiuti possa autonomamente e di volta in volta , soprattutto se produttore occasionale come in caso di vaccinazioni; gestire individualmente secondo le normative vigenti il deposito ed il trasporto di detti rifiuti, come appunto ad es. il conferimento degli stessi presso altre strutture come ASL o RSA, senza necessariamente dover ricorrere a ditte specializzate. Non ho trovato alcuna norma che sia da impedimento ad una gestione "associata" dello smaltimento dei rifiuti. In caso di deposito presso lo studio di rifiuti sanitari potenzalmente pericolosi lo smaltimento deve avvenire entro un massimo di 30 giorni.
..............................................................................................................................

L'argomento è quindi controverso, come sempre accade quando si devono applicare normative pensate per altre realtà alla nostra situazione.
Mi sembra di poter desumere dalla circolare citata dal collega che il medico di medicina generale, in quanto esercente una professione intellettuale non inquadrata in un organizzazione d'impresa, non abbia l'obbligo di tenuta di registro e di comunicazione catastale, e non abbia di per se l'obbligo di un contratto con una ditta per lo smaltimento dei cosiddetti rifiuti speciali, ma abbia comunque l'obbligo di dover dimostrarne il corretto smaltimento.
La cosa di per se è contraddittoria, ed evidentemente scopre il fianco a diverse controversie, a parere mio un contratto "associato" per i medici che condividono uno studio medico è una soluzione di buon senso e non in contrasto con la legge, e pertanto sostenibile, ma non posso escludere che gli eventuali "controllori" non la contestino, anche se in realtà non ho notizie di contenziosi di questo genere.




sabato 29 giugno 2013

Ancora sui controlli NAS


Riprendo questa nota di Daniele Zamperini per una miglire diffusione:


Poiche' e' stato espresso il timore dell' inizio di una politica repressiva e punitiva nei confronti dei medici di famiglia convenzionati (basata soprattutto su contestazioni inerenti le strutture dello studio e lo svolgimento di libera professione da parte dei MMG stessi e di terzi) si riporta una sentenza del TAR Lazio che gia' un paio di anni fa, ricalcando in sostanza quanto gia' espresso in altro articolo, aveva fatto chiarezza sull' argomente.
Daniele Zamperini

Per il testo della sentenza, apri l' articolo


Il nostro articolo precedente

La sentenza del TAR LAZIO


mercoledì 26 giugno 2013

EX SPECIALIZZANDI 83/91, ENNESIMA VITTORIA DELLO SMI A TUTELA DEI MEDICI

Con una decisione della Corte di Appello di Roma viene accolto il ricorso dello Smi per il risarcimento del danno per la tardiva attuazione di normative comunitarie che imponevano il riconoscimento di un'adeguata remunerazione per i medici iscritti alle scuole di specializzazione negli anni dal 1983 al 1991. E' l'ennesima vittoria giudiziaria a tutela della categoria. 


lunedì 24 giugno 2013

Lettera ai Colleghi Precari: costituzione Coordinamento Medici Precari

Cara/o Collega,
ogni organizzazione sindacale ha una propria storia. Quella della SMI nasce 50 fa dalla Cumi, ovvero dai medici precari di allora che, per lavorare, "inventarono" la guardia medica, quindi dall'unione con la Anfup i medici "senza tutele" degli ospedali, poi con la fusione con l'Aiss, che rappresentava la lotta di una generazione di camici banchi che chiedeva di entrare nel modo del lavoro (voglio ricordare il blocco di 4 anni dei concorsi per permettere a tutti i medici strutturati di allora di passare al X livello retributivo).
La nostra storia in altre parole è quella della tutela di medici e del lavoro con dignità e pari tutele.
Tutte quelle battaglie sono state vinte se è vero, come è vero, che oggi quelle generazioni, allora marginalizzate, lavorano con contratti stabili.
Oggi in anticipo vogliamo sollevare il problema del precariato medico, un tema che fa parte del nostro DNA. E tal senso a questo link  e a quest'altro link troverete anche una proposta FVM presentata (e quindi fatta approvare da una apposita commissione del ministero della salute).
Questo ultimo anno lo Smi ha vinto un importante ricorso contro la regione Campania per far entrare e riaprire le graduatorie della guardia medica, ha vinto un ricorso nelle Marche per il passaggio a dirigenza dei medici del 118.
A febbraio ha ottenuto nella regione Calabria il prolungamento dei contratti a tempo determinato coinvolgendo gran parte dei medici che rischiavano di perdere il posto.
Il mese passato ha coordinato 100 medici precari della Sicilia ottenendo un incontro con l'assessore della sanità di quella regione e un impegno alla stabilizzazione.
Nella regione Lazio la nostra delegata la dott.sa Perri, lo scorso anno, è riuscita a ottenere la stabilizzazione di tutti i medici vincitori di concorso nella graduatoria del 118, e il mese scorso una delegazione dello Smi ha incontrato il consigliere regionale Agostini che ha presentato una proposta di legge per mettere fine ai contratti precari.
Durante l'incontro (il primo) con il nuovo ministro della sanità, Lorenzin, Smi e Fvm (seguite da tutte le altre forze sindacali) hanno ribadito al ministro che la soluzione del nodo dei medici precari è strategico, che è il problema principale della sanità in Italia.
Oggi vi scriviamo perché speriamo che i tempi siano maturi per fare un deciso passo in avanti.
Ma per ottenere dei risultati concreti dobbiamo far sentire  la nostra voce e non solo inviare le nostre lettere.
Così, forti della positive esperienze fatte dalla Smi e da Fvm nelle altre regioni, abbiamo deciso di costituire in coordinamento laziale che:
  • valuti la situazione della regione;
  • studi la proposta di legge regione e ne proponga eventuali correttivi;
  • si impegni ad organizzare una assemblea al fine di invitare le forze politiche (e l'on. Agostini, promotore  del disegno di legge), il governatore Zingaretti nonché il ministro stesso.
Appare evidente che non possiamo perdere questa occasione per il futuro della categoria e di migliaia di colleghi, per questa ragione è necessario il successo dell'iniziativa.
Per tali motivi il giorno 28 giugno alle ore 12.00 presso la sede Smi di via Livorno è indetta una prima riunione per costituire il coordinamento in oggetto.

Ti sarei grato se potessi essere dei nostri coinvolgendo colleghi che vivono la Tua stessa situazione


                             Il Vice Presidente nazionale
                            
                             Dott. Francesco Medici


domenica 23 giugno 2013

Indennità di piena disponibilità e libera professione

Da C.G. Edizioni Medico Scientifiche
Indennità di piena disponibilità
Pubblicato il 21/06/2013 da Sergio Fucci

Due medici di medicina generale convengono in giudizio l'Asl chiedendo l'accertamento del loro diritto ad ottenere il pagamento della c.d. indennità di piena disponibilità prevista dal contratto che regola il rapporto convenzionale, assumendo che tale indennità è di loro spettanza nonostante lo svolgimento, oltre all'attività di medico di base, anche di quella di medico di fabbrica presso alcune aziende.
La loro domanda viene accolta sia in primo grado che in appello, sul presupposto che la corresponsione della predetta indennità sia incompatibile solo con un rapporto instaurato da medico con "istituzioni pubbliche o private", tale da richiedere un impegno lavorativo strutturato e costante in detti apparati, con conseguente sottrazione del sanitario dalla piena disponibilità verso i suoi assistiti.
Nel caso in esame, infatti, è emerso che i due medici hanno svolto un'attività libero-professionale per alcune aziende della Val Pusteria impiegando non più di un ora e mezzo alla settimana e sempre mantenendo la piena disponibilità all'assistenza dei pazienti loro assegnati nell'ambito del rapporto convenzionale.
Su ricorso dell'Asl tendente ad ottenere la dichiarazione di non spettanza della predetta indennità ai medici in questione, la Corte di Cassazione, sezione lavoro, con sentenza n. 9171/13, depositata il 16/04/2013, respinge la tesi dell'azienda sanitaria, confermando quindi, la sentenza impugnata.
La Suprema Corte osserva, in particolare, che la tesi dell'Asl – secondo la quale l'esercizio di una ulteriore attività libero-professionale deve ritenersi in linea di principio incompatibile con la spettanza dell'indennità di piena disponibilità che rappresenta un corrispettivo del diritto di esclusiva che il medico volontariamente riconosce all'azienda sanitaria – non è fondata in quanto nasce da una interpretazione non corretta delle regole che disciplinano la convenzione.
Richiamando una sua precedente decisione (n. 7615/04), la Cassazione ribadisce che la condizione ostativa all'erogazione dell'indennità in questione non è integrata da un qualsiasi accordo del medico con soggetti pubblici o privati, dovendosi accertare in concreto se le modalità di svolgimento di questa ulteriore prestazione siano tali da non consentire al professionista il regolare adempimento del proprio impegno professionale nei confronti dei suoi assistiti previsto dalla convenzione con l'Asl.


Corso di formazione Sicurezza sul luogo di Lavoro

SMI LAZIO e l'Associazione Sistema Helios hanno organizzato per i giorni  27.6.2013 e 28.6.2013 dalle 9 - 18,in via Merulana 272,il corso per R.S.P.P al costo di e. 100 + iva.

Sempre in via Merulana 272, il giorno 29.6.2013  si terrà il corso per R.L.S. (segretarie), al costo di  e. 50+ iva

Per adesioni 
3475352880
064826742
I posti sono limitati  e verranno accettate iscrizioni fino ad esaurimento.
Avranno diritto di prelazione coloro che già ci hanno dato disponibilità alla partecipazione.


venerdì 21 giugno 2013

Ondate di Calore

Questa la relazione della dr. Patrizi sulla riunione regionale per le ondate di  calore:

Carissimi, Vi informo che in data odierna, dopo due riunioni piuttosto "aspre" intercorse con la nuova regia regionale rappresentata dalla Direttrice Dr.ssa Flori de Grassi, non abbiamo potuto esimerci dalla firma dell' accordo sulle ondate di calore 2013.
 
Vi sintetizzo i punti significativi Dell accordo e le motivazioni che ci hanno portato alla firma :

Non ci sarà più una scheda articolata e lunga come l'anno scorso ( abbiamo chiesto e ottenuto uno snellimento deciso dei contenuti e non troverete più la lunga parte delle ADL presente L'anno scorso  e una serie di informazioni di carattere sociale ) bensì una SCHEDA UNICA DIVISA IN PARTE A  da compilarsi in occasione del primo accesso del paziente in giornata di ondata calore, unitamente alla PARTE B che si riferisce alla valutazione Dell accesso.
Per gli accesso successivi si compila solo la parte B.


Viene raccomandato di eseguire gli accesso in corrispondenza delle giornate più pesanti di ondate di calore .
Ogni visita verrà retribuita con 40 € invece dei 30 Dell anno scorso . 
Le ragioni che ci hanno portato alla firma sono le seguenti:
Emergeva dall analisi dei dati a consuntivo della attività dello scorso anno, nessuna differenza di mortalità tra popolazione suscettibile sorvegliata da noi e popolazione suscettibile non sorvegliata ( come dire la vostra sorveglianza che finanziamo con un fondi di 2 milioni di euro di fatto non risulta utile  )e nelle altre regioni non é finanziata come da noi.
Ergo avrebbero voluto chiederci una riduzione della retribuzione Dell' accesso . 
Abbiamo scongiurato questa linea dichiarando la non corrispondenza tra i requisiti di suscettibilità e la realtà della popolazione afferente al controllo della medicina generale e sottolineando la specificità Dell accesso sotto ondata di calore rispetto al normale accesso programmato 
La Flori de Grassi ha invece ribadito che lei è costretta a "prendere calci" ogni volta che deve difendere le ragioni della nostra regione che spende tre volte quanto le alte per cose che altrove costano la metà
Ho ribadito che certamente il disavanzo della sanità non é da imputerai alla medicina generale che soffre anzi di parametri retributivi inf di un terzo rispetto ad altre regioni e che saremo lieti di illustrare alla dirigenza regionale dove andare a beccare le fonti degli sprechi per consentire di premiare chi merita !
Ergo abbiamo richiesto l aumento a 40 € degli accessi, la riduzione della scheda semplificata ad una sola e l'aumento a 15 gg anziché a 7 , come proposto , del tempo per inserire l accesso dopo averlo effettuato.
Oltre all istituzione di un gruppo di lavoro che riveda il protocollo in oggetto perché emerga la realtà della popolazione da noi osservata e monitorata e la qualità del lavoro svolto .
Abbiamo poi fatto inserire una modifica nel testo che leghi la inclusione nel gruppo degli anziani suscettibili oltreché ai criteri del wwhhss anche alla specifica valutazione del medico, cosa che era stata tolta e ci avrebbe complicato nella selezione della popolazione .
Vi invito a considerare che il finanziamento su questo progetto non poteva essere stornato in altra maniera e che indubbiamente quando i dati non ci consentono di promuovere il nostro lavoro ci troviamo poi in difficoltà ...
Pensate che la resp Dell epidemiologia della reg Lazio mi ha ribadito che non emergeva neanche dai dati la rispondenza tra le giornate di allerta rosso e gli accesso effettuati ( come a dire , che di fatto neanche in quello si sarebbe potuto dire che la sorveglianza arrivava a target!)
Per questo abbiamo ottenuto il gruppo di lavoro perché per l'anno prossimo dovremo dimostrare che ê grazie al nostro impegno durante il solleone che non gli implode la barca !
Un caro saluto
Cristina patrizi


 
 


Servizio Smaltimento Rifiuti in Convenzione SMI

Lo SMI LAZIO ha concordato un'attività di   partership con l’associazione  senza fine di lucro SISTEMA HELIOS,composta da colleghi, (Soci professionisti ), impegnati ad affiancare i MMG nella gestione dello studio professionale.
Tale convenzione prevede una serie di servizi che noi offriamo agli iscritti SMI Lazio, che aderiscono anche all’associazione. L’adesione è assolutamente gratuita e non vincolante e consente di accedere a vari servizi a prezzi scontati.
Oggi su richiesta di numerosi colleghi vi proponiamo, , un offerta per la raccolta , trasporto e smaltimento rifiuti speciali

Il Dlg 81 del 2008 art. 55 prevede pesanti sanzioni fino all'arresto da 4 ad 8 mesi per chi omette tali
misure.
Codice CER: 180103 rifiuti la cui raccolta richiede precauzione.

Materiale di fornitura:
Contenitori in cartone con sacco interno in polietilene e laccio di chiusura.
Contenitori in plastica rigida atti a contenere materiale tagliente.
Formulari di identificazione del rifiuto in quadruplice copia.
Corrispettivi:
€ 214,00 (duecentoquattordici/00) per 11 ritiri annui;
€ 145,20 (centoquarantacinque/20) per 6 ritiri annui
comprendenti per ogni asporto un contenitore in cartone ed un contenitore per materiale tagliente.
Lo smaltimento di ulteriori contenitori da lt 60 inciderà sul prezzo nella misura di € 10,00 (dieci/00), mentre per quelli adibiti a stoccaggio di materiale tagliente sarà addebitato un importo di € 3,00 (tre/00).
Ritiri eccedenti il numero annuo previsto: € 25,00 (venticinque)
FATTURAZIONE: annuale anticipata

Rifiuti RM12962
Codice C.E.R. 180109 farmaci scaduti
Materiale di fornitura: Contenitori in cartone con sacco interno in polietilene e laccio di chiusura.
Formulari di identificazione del rifiuto in quadruplice copia.
euro 20,00 a contenitore da lt 60 per un massimo di kg 6

Codice CER 080318 toner e/o nastri stampante
Materiale di fornitura: Contenitori in cartone con sacco interno in polietilene e laccio di chiusura.
Formulari di identificazione del rifiuto in quadruplice copia.
euro 36,00 a contenitore da lt 60 per un massimo di kg 6
Codice CER 200121 rifiuti contenenti mercurio ( lampade al neon )
Materiale di fornitura: Contenitori in cartone con sacco interno in polietilene e laccio di chiusura.
Formulari di identificazione del rifiuto in quadruplice copia.
 euro 36,00 a contenitore da lt 60 per un massimo di kg 6
Frequenza ritiri: annuale o semestrale.
I prezzi di cui sopra si intendono già ivati.
FATTURAZIONE: contestuale

Per info e contatti
Smi_lazio@alice.it
064826742
3475352880



giovedì 20 giugno 2013

Modalita prescrizione cure termali

Vengono concesse dall'Inps (dopo l'accertamento dei requisiti assicurativi, contributivi e sanitari) con lo scopo di evitare, ritardare o rimuovere uno stato di invalidità. (Rdl. n. 1827 del 04/10/1935 artt.45,
81 e 83)
La fruizione delle prestazioni balneotermali da parte degli assicurati dell’Istituto può avvenire soltanto in periodo feriale. art.16 L. 412/1991
A CHI SPETTANO
ai lavoratori dipendenti che versano il contributo IVS;
ai lavoratori dipendenti di cui sopra che hanno esercitato l'opzione per il "bonus" ai sensi dell'art. 1 comma 12 L. 243/2004 purchè non siano titolari di pensione di anzianità o di un trattamento pensionistico anticipato prima dell'effettuazione del turno di cure (msg n. 16724 del 28/05/2004) e non abbiano compiuto l'età pensionabile (msg 2798/2007);
ai dipendenti Inps;
ai dipendenti Inps, precedentemente iscritti all'INPDAP, transitati all'Istituto tramite la mobilità interenti (msg 10969 del 7.04.2006 ) purchè non abbiano optato per il mantenimento della posizione assicurativa presso l'INPDAP;
ai lavoratori autonomi che versano il contributo IVS;
ai lavoratori parasubordinati iscritti nella gestione separata dei lavoratori autonomi (msg. 7478/2007) che perfezionano il requisito con i soli contributi nella su menzionata gestione.
NON SPETTANO
agli ex assicurati INPDAI, pur se assoggettati all’assegno di invalidità con le stesse norme in vigore nell’assicurazione generale obbligatoria (decreto legislativo 181/1997).Infatti, hanno versato la contribuzione ad uno specifico fondo che non prevedeva l’erogazione delle cure termali. La concessione delle cure agli anzidetti assicurati sarà possibile soltanto quando gli stessi iscritti
dall’1.1.2003 alla “normale” assicurazione IVS, raggiungeranno i richiesti requisiti contributivi;
agli assicurati che usufruiscono del Fondo di Solidarietà ex D.M. 375/2003 in quanto la prestazione a carico di tale fondo è assimilabile alla fattispecie del prepensionamento msg. 24860 del 15.09.2006;
ai dipendenti delle Ferrovie dello Stato il cui fondo è gestito dall'Inps msg 263 del 17.04.02 ai lavoratori dello spettacolo in quanto assicurati IVS all' ENPALS compresi i lavoratori (operai e impiegati) delle sale Bingo circ. 76/2002 punto 3;
ai familiari degli assicurati;
ai titolari di pensione, con l'eccezione dei titolari di assegno di invalidità.
I REQUISITI AMMINISTRATIVI
almeno 5 anni di anzianità assicurativa e i requisiti di contribuzione previsti nell'ultimo quinquennio per il diritto alla pensione di invalidità dall'Inps (art. 28 dpr. 818 del 26/04/1957) di almeno 3 anni di contribuzione (156 ctr) msg 41939/1989 nei cinque anni precedenti la domanda (validi anche i contributi figurativi, v.v., etc.). Per i lavoratori parasubordinati iscritti nella gestione separata dei lavoratori autonomi (msg. 7478/2007) il requisito si perfeziona con i soli contributi nella su menzionata gestione, non è previsto quindi il cumulo con altra contribuzione;
non aver già goduto o da godere nello stesso anno prestazioni termali a carico della ASL o di altro Ente;
non aver perfezionato il requisito di età (i limiti di età previsti per le cure termali sono quelli richiesti per la pensione di vecchiaia (65 anni uomini, 60 anni donne) - Decreto Legge n. 503 del 30.12.1992 modificato con Legge n. 724 del 23.12.1994) e di contribuzione per il diritto alla pensione di vecchiaia previsto dalla normativa vigente nell’anno di effettuazione delle cure (msg 2018/2004). Può
essere concessa la prestazione termale anche a chi, pur avendo superato i suddetti limiti di età non ha maturato i requisiti minimi contributivi per la pensione di vecchiaia (msg 28003 del 20.12.1988);
non essere titolare di pensione di anzianità o di trattamento di pensione anticipata previsto dalle vigenti disposizioni per diversi settori di attività (circ. 15/86) prima dell'effettuazione del turno di cure (msg n. 16724 del 28/05/2004);
non essere titolare di assegno definitivo di invalidità o di pensione di inabilità (la domanda può essere presa in considerazione solo successivamente alla eventuale revoca di tali prestazioni circ. 15/86).
SANITARI
le cure possono essere concesse solo per forme morbose bronco-catarrali o reumo-artropatiche. Sono escluse malattie che riguardano altri apparati (circ. 230/92, D.M.S./94);
non devono sussistere controindicazioni alle cure termali (circ. 15/86 CRITERI MEDICO-LEGALI punto c).
LE CURE
Spettano nella misura, per ogni ciclo, di 12 cure fondamentali e 18 cure accessorie (se la concessione delle cure è avvenuta a seguito di patologia reumo-artropatica) oppure 12 cure accessorie (se la concessione delle cure è avvenuta a seguito di patologia bronco-catarrale). Sarà il medico curante ad indicare sul certificato allegato alla domanda, a seguito della patologia dell'assistito, quali saranno le cure fondamentali ed accessorie da effettuare.
IL NUMERO DEI CICLI CONCEDIBILI
L'Inps concede le cure per:
un solo ciclo annuale (12 giorni, pari a due settimane di cura, dal lunedì della prima settimana al sabato della seconda, secondo il calendario triennale 2009–2011 stabilito dall’Inps);
un massimo di cinque cicli nell'arco dell'intera vita assicurativa salvo particolari eccezioni (circ. 146/83, msg. 23/2003). In caso di accoglimento , da parte del medico di Sede, di un ciclo oltre il quinto, il parere definitivo sarà espresso dal coordinatore sanitario della sede regionale Inps di competenza, per i dipendenti Inps il parere definitivo sarà espresso dal coordinamento medico legale
della Direzione Centrale.
IL COSTO
Il costo delle cure è a carico del Servizio Sanitario nazionale, mentre quello del soggiorno presso la località termale negli alberghi convenzionati è a carico dell'Inps.
Sono, invece, a carico dell'interessato:
i costi del ticket, nella misura prevista dalla legge,
le spese di viaggio di andata e ritorno.
LA DOMANDA
(mod. CT/1 - SR39 -)
La domanda, compilata in ogni sua parte, deve essere presentata, dal 1° gennaio al 31 ottobre, nell’anno di effettuazione delle cure, all’ufficio Inps di residenza del lavoratore. Può essere anche spedita per posta, con raccomandata con avviso di ricevimento, o presentata tramite un Ente di Patronato, che offre assistenza gratuita.
Le domande già presentate nel 2009 dovranno essere ritenute valide per l'anno 2010 msg 101/2010. Il modulo di domanda (mod. CT/1 - SR39 -) è comprensivo del certificato sul quale il proprio medico curante deve indicare:
la malattia per la quale vengono chieste le cure termali;
le cure accessorie che l'assistito dovrà effettuare lo stabilimento termale (segnalazione non vincolante per l’Istituto).
In sede di prima domanda il lavoratore dovrà presentare esame radiografico (valido se eseguito negli ultimi tre anni):
dell’apparato osteoarticolare (per forme reumatiche);
del torace (per forme bronco-catarrali).
Tutti gli assistiti ultra cinquantenni dovranno sottoporsi ad esame elettrocardiografico al fine di accertare eventuali controindicazioni.
COSA FARE
(msg. 616/2003)
L’assicurato dopo aver ricevuto la lettera di accoglimento della domanda con allegato l’elenco alfabetico annuale delle strutture termali e dei turni:
sceglierà il turno in cui praticare le cure;
prenderà diretti contatti con la struttura termale prescelta almeno 10 giorni prima dell’inizio del turno;
ricevuta conferma dalla struttura comunicherà con urgenza alla propria Sede Inps, a mezzo fax, il turno e la struttura prescelti, adempimento che consentirà all’interessato l’effettiva fruizione delle cure;
si presenterà nel giorno stabilito alla struttura alberghierotermale per il soggiorno e le cure.
N.B.: In caso di rinuncia o rinvio delle cure l’assicurato è tenuto a darne immediata notizia alla sede Inps di appartenenza e alla struttura termale presso la quale aveva prenotato il soggiorno e le cure.
IL RIESAME
Avverso il provvedimento di reiezione per motivi sia amministrativi che sanitari della domanda, è prevista l’istanza di riesame. Tale istanza, se di ordine sanitario, sarà sottoposta al parere del Coordinamento Generale Medico-legale presso la Direzione Centrale dell’Istituto.
CALENDARIO DEI TURNI
Calendario triennale 2009–2011 (msg 013099/2009) (msg 007000/2009)
Calendario turni anno 2010 (msg 4712/2010)
Requisito di età per assicurati OBG e per lavoratori Autonomi alla pensione di VECCHIAIA
FORME ARTROPATICHE
Elenco delle strutture convenzionate per la stagione termale 2010 (forme ARTROPATICHE) msg 9990/2010
VIE RESPIRATORIE
Elenco delle strutture convenzionate per la stagione termale 2010 (forme RESPIRATORIE). msg 9990/2010


mercoledì 19 giugno 2013

Assistenza ai cittadini europei

Ricevo e pubblico in quanto argomento di interesse generale.

NOTA REGIONALE


                           Cari Colleghi

vi invio la nota pervenuta dal Dipartimento ProgrammazioneEconomica a firma del nuovo direttore -  Dott.ssa Degrassi -

Valutata la peculiarità dell'argomento mi permetto di illustrarvi la nota:

DUE tipologie di utenti europei o affiliati a Stati Europei possono giungere alla vostra attenzione:

1) TURISTA EUROPEO ( vacanza) che vi chiede una prestazione OCCASIONALE
in questo caso  dovete compilare la ricetta SSR come specificato nella nota (in entrambe le facciate) e fare una chiara fotocopia della TESSERA TEAM.
Dovete poi far pervenire la documentazione completa alla Segreteria Medicina di Base per avere il rimborso che vi spetta.

2) CITTADINO EUROPEO che viene in Italia per un PERIODO PIU' LUNGO per comprovati motivi di lavoro, studio ecc e ha scelto o vuole scegliere voi come medico di fiducia.

Questo cittadino si dovrà  presentare a voi con un modello ( S1 / S2 ) che dovrà acquisire presso l'Ufficio Assistenza all'Estero Distrettuale.
Con tale  modello il cittadino europeo potrà regolarmente iscriversi con voi per un tempo determinato, voi percepirete così la relativa regolare quota capitaria.
Rispettate le direttive in merito circa la compilazione delle ricette!

In questo caso la Segreteria di Medicina Primaria non ha alcun ruolo
amministrativo.


Saluti

Marina Conforti
 
 

martedì 18 giugno 2013

SMI E FVM LAZIO INCONTRANO IL GOVERNATORE NICOLA ZINGARETTI:

DIALOGO PROFICUO CON LE OOSS, PRESTO SOLUZIONI AL PRECARIATO E CONFRONTO COSTANTE CON IL MEF

COMUNICATO   STAMPA
(Roma, 18 giugno) - Intraprendere un dialogo con le OOSS della dirigenza sanitaria, che punti alla risoluzione dell’annosa questione del precariato. Ed un confronto diretto con il Governo, in particolare, con il Ministero dell’economia e delle Finanze (Mef). Questa la volontà espressa da Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio, in occasione dell’incontro svolto lo scorso 17 giugno con il Sindacato dei Medici Italiani (Smi), la Federazione Medici e Veterinari (Fvm) del Lazio e gli altri sindacati della Dirigenza Medica, Veterinaria e Stpa. Secondo Mariano Sigismondi, segretario Fvm-Lazio e Francesca Perri, responsabile Nazionale 118 e Pronto Soccorso per Smi e Fvm: «Il Governatore si è detto disposto a collaborare insieme alle OOSS per realizzare un censimento completo ed aggiornato dei precari nel Lazio, e a riesaminare le Linee Guida per gli Atti Aziendali». I Sindacalisti hanno inoltre sottolineato che Smi e Fvm-Lazio «pur rimanendo vigili e critici nei confronti della politica in generale riconoscono che, il Presidente della regione Lazio, ha finora dato segnali importanti, che mirano a riqualificare la sanità regionale, in particolare: riducendo gli sprechi, valorizzando le competenze e accettando un confronto diretto coi sindacati di categoria». Quindi i Sindacalisti concludono: «Ringraziamo il presidente Zingaretti per la disponibilità mostrata. Auspichiamo che si proceda, finalmente, nella direzione giusta e che le competenze e le professionalità vengano sempre rispettate e interpellate». Infine, per Gianmarco Polselli, segretario regionale Smi-Lazio e vice-segretario regionale Fvm-Lazio:«Questa apertura del presidente Nicola Zingaretti fa ben sperare in una collaborazione costante e proficua con i sindacati della Dirigenza Medica, poiché la collaborazione è l’unica  strada che permette di trovare le giuste soluzioni».   

Ufficio Stampa Smi-Lazio

Un Servizio Sanitario veramente Nazionale

Maurizio Romani, il vicepresidente della Commissione Sanità, ha  pienamente ragione. Finalmente qualcuno ha osato dire a chiare lettere  quello che è sotto gli occhi di tutti: il regionalismo spinto ha portato per la sanità inequità e diseguaglianze. Il diritto costituzionale alla salute non è lo stesso se vivi al nord o al sud. 
I cosiddetti LEA, Livelli Essenziali di Assistenza, sono garantiti in modo diverso nelle Regioni italiane, anzi possiamo dire che da qualche parte non sono garantiti.
Anche per i medici ci sono grandi difformità sia normative che economiche.
Se prendiamo ad esempio la retribuzione lorda di un medico di famiglia ci rendiamo conto che mediamente esso costa al SSN 71.262 € in Sicilia e 124.124 € in Emilia Romagna, con una differenza dell’80%. Per i medici della guardia medica la situazione non è diversa, con un costo medio di 47.464 in Campania e 72.261 € nel Lazio (calcoli su dati ENPAM riferiti al 2011). 
E’ una giungla retributiva che penalizza intere categorie di medici per la presenza di accordi regionali diversissimi tra di loro che hanno prodotto difformità e disuguaglianze.
D’altro canto la convenzione per la Medicina Generale sembra avere esaurito la sua capacità di remunerare e organizzare la medicina generale e i sindacati dei medici convenzionati non hanno la forza di
contrastare le penalizzazioni che Ministero e Regioni ci impongono utilizzando l’anomalo rapporto giuridico, per cui i medici di famiglia hanno retribuzioni diversissime e gli obblighi dei medici dipendenti, senza averne le garanzie normative e retributive.
Mo.Di.Me.G., il Movimento per il passaggio alla Dipendenza dei Medici di Medicina Generale, costituitosi in rete nei primi mesi dell’anno, persegue l’obiettivo del passaggio dei medici di medicina generale, al rapporto di lavoro dipendente della Dirigenza Medica, derivandone i diritti e i doveri, le garanzie retributive e normative.
“Non vogliamo più essere medici del SSN senza garanzie e senza diritti. La retribuzione del medico deve essere garantita e svincolata dai capricci delle Regioni e dalla scelta dell’assistito”.
Nelle more di una trasformazione contrattuale così radicale, il Movimento si batterà in tutte le sedi opportune per garantire ai medici omogeneità di trattamento normativo ed economico e diritti contrattuali paragonabili a quelli del rapporto di lavoro dipendente, in primis le ferie retribuite e la 13° mensilità.

Il Comitato Promotore di Mo.Di.Me.G
18 giugno 2013

sabato 15 giugno 2013

NAS e attività specialistica nello studio di medicina generale.

Pubblico questa nota dell'amico e collega Daniele Zamperini in quanto interessa moltissimi colleghi:

Ho avuto informazioni da un collega romano che i NAS, impavidi, hanno emesso una forte ammenda verso i titolari dello studio medico romano ove, oltre a svolgere attivita' di medico di famiglia, svolgevano attivita' libero-professionale in proprio(fuori dell' orario convenzionato) e ospitavano specialisti per visite occasionali.
Oltre agli elementi gia' pubblicati sul sito all' indirizzo
http://www.smi-lazio.org/modules.php?name=News&file=article&sid=681

il collega ha segnalato un utile aggiornamento: una sentenza del TAR Lazio dell' anno scorso:
http://www.cureprimarie-ulss21.it/public/download_upl.asp?id=1139&dt_fl=Lo-studio-medico-non-e-un-ambulatorio-TAR-Lazio---05-2011.pdf

In sostanza. quindi. credo che si possa contestare la decisione dei NAS con buone (direi ottime, ma non sono un avvocato) possibilita' di successo.
Quindi preparatevi

Saluti
Daniele Zamperini



La Bufala h12

Vi invito a leggere questo interessante articolo, pubblicato sul sole 24h sanità , di Ernesto Mola, uno dei responsabili nazionali della nostra società scientifica Assimefac, sull'opportunità dell'h12.


Difficile dirlo meglio!



Evento ECM


venerdì 14 giugno 2013

SMI: IN TOSCANA LA FORMAZIONE DEI MEDICI DI MEDICINA GENERALE PER LA FIMMG E' UN AFFARE ESCLUSIVO

PREVISTA L'ISTITUZIONE DI UN NUOVO CENTRO PER LA RICERCA CHE È GIÀ AL CENTRO DELLE POLEMICHE PER LE LOGICHE DI ASSEGNAZIONE DELLE CARICHE

 

Per lo Smi le vere ragioni che stanno dietro all'appoggio acritico al fu decreto Balduzzi e all’imbroglio dell’h24, emergono in tutta la sua evidenza in un altro episodio che riguarda la sanità del modello-Toscana, il riferimento è al nuovo Centro per la Formazione e la Ricerca in Medicina Generale. Per Salvo Calì, segretario generale dello Smi, «assistiamo a un ennesimo patto scellerato: la regione da un lato e la Fimmg dall’altro, ancora una volta, danno un cattivo esempio di spartizione di poltrone, come se fosse, “cosa loro” e non sanità pubblica».

 

«Infatti – aggiunge - nell’istituendo Centro per la Formazione e Ricerca in Medicina Generale si elude qualunque principio di rappresentatività e di proporzionalità, nonché di qualità e merito nella definizione del suo organi di gestione. Semplicemente si premia il sindacato più "consociativo" che avrà il monopolio del Centro e che di conseguenza potrà a sua piacimento definire i futuri incarichi per i responsabili delle aggregazioni territoriali e case della salute».

«Un buon affare per alcuni – conclude Calì - un altro terribile regalo all’antipolitica da parte delle istituzioni  pubbliche e di demolizione del sindacalismo da parte della Fimmg».

 

Roma, 13 giugno 2013

 

 

 

SICILIA, NASCE IL COORDINAMENTO MEDICI CONTRO IL PRECARIATO

COMUNICATO STAMPA

NASCE IN SICILIA IL COORDINAMENTO DEI MEDICI PRECARI: 

UN SSN PRECARIZZATO E IMPOVERITO DA TAGLI E BLOCCO DEL TURN OVER, CON MEDICI SENZA PROSPETTIVE, METTE A RISCHIO LA TENUTA STESSA DEI SERVIZI PER I CITTADINI: 

SERVONO SOLUZIONI URGENTI

 IL COORDINAMENTO ADERISCE ALLO SMI PER FARE FRONTE COMUNE CONTRO IL PRECARIATO. 

LANCIATA UNA PIATTAFORMA DI PROPOSTE E LO SMI, IERI, HA POSTO IN UN INCONTRO A ROMA LA QUESTIONE AL MINISTRO LORENZIN: È UNA PRIORITÀ DA SEGNALARE, 

INTANTO LA PRESENTAZIONE, NEL LAZIO, SEMPRE SU IMPULSO DI QUESTA SIGLA, DI UN PROGETTO DI LEGGE PER SUPERARE QUESTA GRAVE SITUAZIONE

Una sanità, che per effetto dei tagli lineari e del blocco delle assunzioni, si regge sullo sforzo e l’abnegazione di migliaia di medici precari non ha futuro, ne va della tenuta stessa dei servizi per i cittadini (a vantaggio, oltretutto, del settore privato), oltreché della necessaria valorizzazione dei professionsiti che operano tutti i giorni nelle corsie degli ospedali e degli ambulatori. Partendo da questa consapevolezza, ieri a Caltanissetta è nato il Coordinamento Regionale dei Dirigenti Medici Precari della Sicilia, una mobilitazione dal basso, che coinvolge molti medici di tutta l’isola, che intende porre fine a questa lunga fase di precarizzazione cronica, avanzando proposte concrete di stabilizzazione dei camici bianchi.

L'iniziativa fa seguito a una affollata assemblea di medici svoltasi qualche settimana fa a Palermo, presso il NH Hotel. Un’iniziativa di grande impatto che aveva visto anche la partecipazione di diversi deputati all'ARS: Concetta Raia (PD), Nino D'Asero (capogruppo PDL) e il Presidente della VI Commissione legislativa, Pippo Di Giacomo.
Del Coordinamento fanno parte rappresentanti di tutte le Aziende Sanitarie (Ospedaliere, Territoriali, Universitarie) dell'Isola e di tutti i settori della dirigenza.
Coordinatrice è stata eletta Emiliana Sanfilippo, dirigente Medico presso la ASP di Catania, segretaria Valentina Brisolese della ASP di Caltanissetta.
La nuova realtà aderisce al Sindacato dei Medici Italiani (SMI), che ha una lunga storia di battaglie in difesa dei medici precari (guardia medica, medicina dei servizi, 118, medicina penitenziaria) e che al momento della costituzione del Coordinamento era rappresentato da Epifanio Di Natale, responsabile nazionale della Dirigenza Ospedaliera. Di Natale ha, anche sottolineato, che in contemporanea con l’assemblea di Caltanisetta, si teneva a Roma un incontro tra i sindacati del settore e il ministro Lorenzin, in quella sede lo Smi ha posto sul tavolo del confronto come priorità il superamento di questa grave problema, una cronica consuetudine che accomuna le azienze sanitarie e ospedaliere in tutto il Paese e non solo in Sicilia. «Non a caso – ricorda il dirigente Smi – in tutta Italia stanno nascendo coordinamenti sul modello siciliano».
Il Coordinamento nella sua prima assemblea con una documento, «condanna i ripetuti e abusati tagli lineari alla sanità che stanno portando alla riduzione o alla scomparsa di servizi e prestazioni, restringendo l’accesso alle cure per i cittadini e favorendo il trasferimento di risorse economiche al settore privato. Così si mette a rischio l'essenza stessa del Sistema Sanitario Nazionale che deve garantire  il diritto alla salute per tutti».
«Un Ssn costruito sul precariato e l'incertezza – scrivono - mina la qualità stessa delle cure, e in questo quadro i Medici, i Veterinari e i Dirigenti del Ssn (sempre di meno per il blocco del turnover) vivono in uno stato di profondo disagio a causa della svalutazione progressiva di una professione che richiede competenza continua, assunzione di responsabilità, dedizione al malato, adeguata considerazione professionale, umana, sociale, economica».
«Il numero di Dirigenti medici, veterinari e sanitari che lavora, in attività istituzionali, sotto la spada di Damocle del contratto in scadenza è diventato insostenibile – aggiungono - vi sono Unità Operative che vanno avanti solo grazie al personale a termine, con contratti rinnovati di mese in mese, da anni a causa del blocco dei concorsi».

LE PROPOSTE
Il Coordinamento, (una rappresentanza della precedente assemblea già  il 30 maggio scorso ha incontrato l'assessore Lucia Borsellino e Salvatore Sammartano, direttore dell'Assessorato alla Salute ricevendo grande attenzione), ha così riassunto le principali proposte:
•                                  immediata immissione in servizio dei medici vincitori di concorso con graduatoria approvata prima del blocco delle assunzioni;
•                  immediata presa d’atto della ricognizione dei posti letto attivi e relativa rideterminazione delle dotazioni organiche delle stesse ASP, che tenga conto della rimodulazione della rete ospedaliera sulla base delle indicazioni della Conferenza Stato-Regioni e della cosiddetta legge Balduzzi;
•                     riapertura delle procedure concorsuali per i posti vacanti, tenuto conto della ricognizione di cui sopra e della vigente normativa;
•                     nota assessoriale o Decreto per garantire ai medici siciliani, nel rispetto della normativa, quanto previsto dal decreto Balduzzi sulla riserva dei posti per i medici che hanno ricoperto con contratti a termine il posto di lavoro per più di 3 anni, come sta facendo la Regione Lazio;
•                     riconferma degli incarichi temporanei per i medici che a vario titolo operano negli Ospedali e nelle Strutture Territoriali della Sicilia, al fine di garantire la continuità delle cure ed i LEA.

Le prossime iniziative
Il Coordinamento e lo SMI effettueranno subito una ricognizione degli incarichi “precari” a vario titolo nelle Aziende, al fine di pervenire ad una effettiva conoscenza dei numeri del fenomeno, al di là dei dati ufficiali (che l'Assessorato sta acquisendo e che attualmente non sono disponibili per intero), e sui temi sopraspecificati  incalzeranno l'Assessore Regionale alla Salute e la VI Commissione Legislativa dell'ARS (che si sono dimostrati disponibili) e le Direzioni Strategiche delle Aziende Sanitarie per raggiungere al più presto obiettivi non più rinviabili.
Inoltre, verrà chiesta una audizione in tempi brevi alla VI Commissione, alla presenza dell'Assessore Borsellino, per fare il punto sulla situazione e per verificare se le risposte alle  problematiche sollevate dai medici, anticipate dallo stesso Assessore in un incontro già  avvenuto  il 30 maggio,, sono già state messe in campo e con quale tempistica.


 

Un solo Ordine per le professioni sanitarie. Pronto ddl dei "presidenti" Silvestro e Bianco

Da Quotidiano Sanità 

 Venerdì 14 GIUGNO 2013

Il neo Ordine affiancherebbe quelli di infermieri e ostetriche. La proposta viene dai due presidenti di ordine (infermieri e medici) e neo senatori Pd, Silvestro e Bianco e dal senatore Pdl D'Ambrosio Lettieri che ha presentato un suo ddl. Nella terza proposta, a firma Bianconi (Gal), previsti invece tre ordini distinti per le professioni sanitarie. Norme anche per medici, farmacisti e infermieri. Ecco i testi: Silvestro-Bianco, D'Ambrosio Lettieri e Bianconi.

Il punto di partenza per il riordino della disciplina delle professioni sanitarie è la legge 43 del febbraio 2006 che ha cercato di disciplinare in modo organico un settore, quello delle professioni sanitarie, a lungo trascurato eppure nevralgico per il Ssn sia in termini economici che occupazionali. Attualmente oltre 800mila professionisti appartengono a 9 professioni sanitarie regolamentate con albi, ordini e collegi (medici, odontoiatri, farmacisti, veterinari, infermieri, infermieri pediatrici, assistenti sanitari ostetriche e tecnici sanitari di radiologia medica), le altri professioni, che raccolgono circa 140mila addetti, appartengono a 17 professioni (fisioterapisti, tecnici delle prevenzione, dietiste e via dicendo) non regolamentate in albi o ordini.

Il legislatore nel 2006 ha cercato di porre mano a questa situazione, da un lato conferendo la delega al Governo ad istituire, con uno o più decreti legislativi, appositi ordini professionali per ciascuna area organica di professioni sanitarie;dall'altro lato, cercando di individuare specifici profili in cui articolare le professioni sanitarie.

Le buone intenzioni però sono rimaste sulla carta per cui il riordino delle professioni sanitarie è tutt’ora inattuato. Infatti la delega prevista dalla legge 43/06 è scaduta nel passaggio da una legislatura all’altra. Nella legislatura successiva la XV, si è rimesso mano al problema, con la legge 17 ottobre 2007, n. 189, che prevedeva un differimento del termine di delega originario, ma nonostante tutto non si è giunti all'approvazione di un decreto legislativo.

Il riordino delle professioni sanitarie è, e resta cruciale. In quest’avvio di legislatura sono stati depositati, tre disegni di legge che intendono porre rimedio al ritardo nell'attuazione di questa riforma di settore. Le linee guida già ci sono, quelle della legge n. 43 del 2006.

Sintesi del ddl Silvestro, Bianco
La proposta di legge dei due senatori Pd, rispettivamente presidenti delle Federazioni nazionali degli Collegi degli infermieri e degli Ordini dei medici, ha il suo punto di forza nella istituzione di un unico grande Ordine delle professioni sanitarie. Ovvero l’Ordine dei tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione.

Una proposta normativa, si legge nella relazione al ddl,  “semplificata che non prevede l’istituzione di ulteriori ordini professionali bensì l’attivazione di albi per le professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione che ne siano sprovviste e la loro confluenza nell’ordine dei tecnici sanitari di radiologia medica”.

“È altresì dovuta – si legge ancora nella relazione - la modifica della denominazione da collegio ad ordine per le professioni già vigilate dal Ministero della Salute in considerazione della loro evoluzione formativa ed professionale”.

In particolare, si sostituiscono i primi tre Capi del decreto legislativo n. 233 del 1946, prevedendo che gli ordini, in ragione dei nuovi assetti territoriali così come recentemente delineati, sono costituiti in ogni città metropolitana o ambito territoriale definito con specifico e successivo decreto del Ministro della salute.

Si  dispone altresì che i collegi e le federazioni delle professioni sanitarie sono trasformati da  collegi e Federazioni nazionali degli infermieri professionali, degli assistenti sanitari e delle vigilatrici d'infanzia (IPASVI) in ordini degli infermieri e infermieri pediatrici e Federazione nazionale degli ordini degli infermieri e infermieri pediatrici. Si dispone la trasformazione dei collegi delle ostetriche/i in ordini professionali delle ostetriche e dei collegi dei tecnici sanitari di radiologia medica in ordini dei tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione. Conseguentemente, la professione di assistente sanitario, prima inserita nel Collegio degli infermieri, confluisce nell’ordine di cui al comma 2, lettera c), ai sensi dell’articolo 4 della legge 1 febbraio 2006, n. 43.

Gli Ordini e le relative Federazioni sono enti pubblici non economici, sono organi sussidiari dello Stato al fine di tutelare gli interessi pubblici connessi all’esercizio professionale, dotati di autonomia patrimoniale, finanziaria, regolamentare e disciplinare, ai quali, tuttavia, non si estendono le norme di contenimento della spesa pubblica e la sottoposizione alla vigilanza del Ministero della salute in quanto finanziati attraverso le quote versate dai propri iscritti. Promuovono e assicurano l'indipendenza, l’autonomia e la responsabilità dell'esercizio professionale, la qualità tecnico-professionale, la valorizzazione della funzione sociale delle professioni, la salvaguardia dei principi etici dell’esercizio professionale indicati nei codici deontologici al fine di garantire la tutela della salute individuale e collettiva.

Tra i compiti assegnati ai predetti enti figurano la tenuta e la pubblicità degli albi delle rispettive professioni; la verifica del possesso dei titoli abilitanti all’esercizio professionale; la valutazione delle attività di formazione continua; il rafforzamento e la novellazione dei codici deontologici; l’istituzione di specifici organi disciplinari e la definizione di idonee procedure a garanzia dell’autonomia e terzietà del giudizio disciplinare, separando la funzione istruttoria da quella giudicante in particolare attraverso la costituzione di appositi Uffici Istruttori di Albo; la definizione delle modalità di partecipazione degli ordini e dei relativi compiti, nelle procedure relative all'esame di abilitazione all'esercizio professionale; la promozione, l'organizzazione e la valutazione dei processi di accreditamento, di aggiornamento e della formazione per lo sviluppo continuo di tutti i professionisti iscritti, ai fini della certificazione del mantenimento dei requisiti professionali, includendo anche la formazione e i crediti formativi acquisiti anche all'estero.

Il disegno di legge interviene sugli organi, disciplinandone la composizione e le relative funzioni anche con la previsione dell'istituzione di un Coordinamento degli Ordini presenti in una Regione.

La norma, inoltre, dopo aver novellato il decreto legislativo n. 233 del 1946, detta disposizioni transitorie per gli ordini e i relativi organi in carica all’entrata in vigore della presente legge, stabilendo la loro permanenza in carica fino alla scadenza del proprio mandato e rinviando per le modalità del successivo rinnovo, alle disposizioni come modificate dal presente articolo, nonché ai regolamenti attuativi da adottarsi con decreto del Ministro della salute, ai sensi dell’art. 17, comma 3, della legge n. 400 del 1988.

Si dispone, altresì, che i Consigli nazionali delle Federazioni nazionali provvedano ad approvare i relativi Regolamenti per definire la loro organizzazione e funzionamento interno. La norma interviene abrogando le disposizione del decreto legislativo n. 233 del 1946, incompatibili con le modifiche apportate, con decorrenza dalla data di entrata in vigore dei predetti regolamenti attuativi.

Sintesi ddl D’Ambrosio Lettieri
Il Ddl del senatore del Pdl (che è anche vice presidente della Fofi), composto di un unico articolo, diviso in tre parti, ha come base di partenza il testo predisposto dal ministro Balduzzi che però non concluse il suo iter parlamentare.

Al primo comma riformula i primi tre capi del D.Lgs. C.P.S. 233/1946, mentre i successivi contengono ulteriori misure di ammodernamento della suddetta disciplina. Prevedendo che gli Ordini, in ragione dei nuovi assetti territoriali, siano costituiti in ogni provincia o città metropolitana ovvero, che il Ministero della salute, su proposta delle Federazioni nazionali d’intesa con gli Ordini interessati, possa disporre che un ordine abbia per circoscrizione due o più province.

Gli ordini sono enti pubblici non economici, organi sussidiari dello Stato per tutelare gli interessi pubblici connessi all’esercizio professionale. Hanno autonomia patrimoniale, finanziaria, regolamentare e disciplinare. Sono sottoposti a vigilanza della Salute.

Hanno lo scopo di promuovere e assicurare l'indipendenza, l’autonomia e la responsabilità della professione, la qualità tecnico-professionale, la valorizzazione della funzione sociale delle professioni, la salvaguardia dei princìpi etici dell’esercizio professionale indicati nei codici deontologici al fine di garantire la tutela della salute individuale e collettiva.

Sono tenuti alla pubblicità degli albi e alla verifica del possesso dei titoli abilitanti, la valutazione delle attività di formazione continua, il rafforzamento dei codici deontologici, la trasparenza della comunicazione, la definizione delle modalità di partecipazione degli Ordini e dei relativi compiti nelle procedure relative all'esame di abilitazione all'esercizio professionale; la promozione, l'organizzazione e la valutazione dei processi di aggiornamento e della formazione per lo sviluppo continuo di tutti i professionisti iscritti, ai fini della certificazione del mantenimento dei requisiti professionali, includendo anche crediti formativi acquisiti anche all'estero.

Per quanto attiene l’ambito disciplinare è prevista l’istituzione di specifici organi disciplinari e sono definite idonee procedure che separino la funzione istruttoria da quella giudicante: in particolare, è stabilita la costituzione di appositi uffici istruttori di albo a cui partecipa - oltre agli iscritti a tal fine  sorteggiati - anche un rappresentante estraneo alle professioni medesime, nominato dal Ministro della salute.
Il disegno di legge interviene, altresì, sugli organi, disciplinandone la composizione e le relative funzioni anche con la previsione dell'istituzione  di Federazioni di livello regionale.

Ci sono poi una serie di disposizioni transitorie per gli Ordini e i relativi organi in carica all’entrata in vigore. Viene stabilita la loro permanenza in carica fino alla scadenza del mandato. Per quanto riguarda le modalità del successivo rinnovo si rimanda alle disposizioni e ai regolamenti attuativi da adottarsi con decreto del Ministro della salute. Si prevede anche che i Consigli nazionali delle Federazioni nazionali provvedano ad approvare i relativi statuti per definirne l’organizzazione e il funzionamento.

Sono abrogate le disposizioni del decreto legislativo n. 233 del 1946 incompatibili con le modifiche apportate, con decorrenza dalla data di entrata in vigore dei regolamenti attuativi e statuti.

L’articolo prosegue trasformando gli attuali collegi delle professioni sanitarie e le rispettive Federazioni nazionali in Ordini delle medesime professioni e relative Federazioni nazionali accorpando in un medesimo ordine professioni tra loro omogenee e compatibili, nonché la costituzione degli Albi per quelle professioni sanitarie che ne sono sprovviste.
Quindi i collegi e le Federazioni nazionali degli infermieri professionali, degli assistenti sanitari e delle vigilatrici d'infanzia (IPASVI) saranno trasformati in Ordini delle professioni infermieristiche e Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche.
In particolare:
l’albo delle vigilatrici d’infanzia diventa un albo degli infermieri pediatrici;
i collegi delle ostetriche/i diventano Ordini professionali delle ostetriche;
i collegi dei tecnici sanitari di radiologia medica diventano Ordini delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione e assorbono tutte le professioni sanitarie;
l’assistente sanitario confluisce anch’esso nel nuovo Ordine delle professioni sanitarie.

Infine, si prevede che anche a tali professioni sanitarie si applichino le disposizioni del D.Lgs.C.P.S. 233/1946, come modificato dal presente articolo.

Sintesi ddl Bianconi
Il disegno di legge della senatrice Bianconi si compone di 19 articoli. L’articolo 1 dispone l'istituzione degli ordini professionali delle professioni infermieristiche, delle ostetriche, delle professioni sanitarie della riabilitazione, dei tecnici sanitari di radiologia medica, delle professioni tecniche sanitarie e della prevenzione. Il successivo articolo 2  prevede la costituzione della Consulta regionale degli ordini provinciali (composta da rappresentanti dei sopraccitati ordini professionali) in ciascun capoluogo di regione.
L'articolo 3 definisce gli albi istituiti presso gli ordini di cui all'articolo 1.
L'articolo 4, comma 1 prevede che gli ordini siano istituiti, di norma, in ogni provincia. Il comma 2 definisce gli organi degli ordini. All’articolo 5 c’è l'istituzione, per ciascun albo, presso l'ordine del capoluogo di regione, di una commissione competente a giudicare sui procedimenti disciplinari nei confronti degli iscritti.
L'articolo 6 stabilisce che gli ordini sono riuniti in federazioni nazionali con sede in Roma, di cui il comma 2 individua gli organi. L'articolo 7 individua i princìpi cui gli statuti degli ordini e delle federazioni devono attenersi.
L'articolo 8 definisce i requisiti per l'iscrizione agli albi. Gli ulteriori titoli considerati idonei ai fini dell'iscrizione agli albi sono individuati dall'articolo 9, che stabilisce anche i casi in cui è prevista la cancellazione dagli albi.
Alla Salute, nell’articolo 10 viene attribuito il compito di provvedere alla riorganizzazione a livello territoriale degli ordini.
È prevista la costituzione all’articolo 11 di un ordine autonomo specifico per una delle professioni sanitarie.
 L'articolo 12 richiama, attraverso il rinvio alla legislazione vigente, le attività e funzioni corrispondenti a ciascun profilo professionale.
L'articolo 13 prevede un'integrazione nella composizione della Commissione centrale per gli esercenti le professioni sanitarie.
L'articolo 14 prevede, in chiave transitoria, la nomina con decreto del Ministro della salute di una commissione di amministrazione temporanea degli ordini delle professioni sanitarie.
All'adozione delle norme attuative della presente legge si provvederà, ai sensi dell'articolo 15, con un regolamento governativo, da adottarsi entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della legge.
L'articolo 16 conferma, per gli appartenenti agli ordini delle professioni sanitarie, gli obblighi di iscrizione alle gestioni previdenziali previsti dalla normativa vigente.
L'articolo 17 e l'articolo 18 dettano alcune disposizioni tecniche sulla disciplina residuale in materia di professioni sanitarie e sulla copertura finanziaria del provvedimento, mentre l'articolo 19 consente il riscatto degli anni di studio per le professioni sanitarie.