martedì 30 luglio 2013

Ultime dall'ONAOSI

Pubblico per chi fosse interessato questa comunicazione ricevuta oggi:

Caro Collega,
 
ecco le ultime notizie 'flash' dalla Fondazione Onaosi.
Le informazioni che ti giriamo sono direttamente tratte dalla newsletter di questo ente, lo scopo di questo invio è quello di raggiungere tutti quei medici che non ricevono questo tipo di comunicazioni.
 
Certo di averti fatto cosa gradita ti saluto.
 
Fernando Crudele 
Responsabile Rapporti Enpam e Fnomceo
Cellulare: 339/8809502
Email: fernando.crudele@sindacatomedicitaliani.it
 
Ernesto La Vecchia 
Segretario Organizzativo Tesoriere Nazionale 
 
CENTRO FORMATIVO ONAOSI DI NAPOLI
 
Si allega alla presente la locandina per l'accesso al Centro Formativo ONAOSI di Napoli per l'Anno Accademico 2013/2014.
 
Per informazioni sulle rette, sui requisiti di accesso e sulla documentazione da presentare si può telefonare dalle ore 9.00 alle ore 13.00 e dalle ore 14.30 alle ore 17.30 dal lunedì al giovedì, nonché dalle ore 9.00 alle ore 13.30 il venerdì nei giorni feriali al seguente numero 075/58.69.511 ovvero scrivere una e-mail a assistenza@onaosi.it
 
Cordiali saluti.
 
Fondazione ONAOSI

Locandina

SMI-FVM LAZIO: IL 1 AGOSTO NICOLA ZINGARETTI CONVOCA IL SINDACATO PER DISCUTERE LE CRITICITA’ RELATIVE AL “SAN CAMILLO FORLANINI”

COMUNICATO STAMPA.
Roma, 30 luglio) - E’ previsto per il prossimo 1 agosto, presso la sede regionale, l’incontro tra lo Smi-Fvm Lazio e il presidente Nicola Zingaretti, per discutere le criticità relative all’azienda ospedaliera “San Camillo Forlanini” sollevate dal  Sindacato, in collaborazione con le altre due sigle di categoria, e rese note su una pagina acquistata sul quotidiano La Repubblica, dal titolo: “Diritto alla cura. Diritto a curare”.«Siamo grati al Presidente per aver ascoltato la nostra “voce”, tramite l’articolo pubblicato sul quotidiano, lo scorso 21 luglio», ha dichiarato Francesco Medici, vice presidente Smi-Fvm. I sindacalisti si erano detti, infatti: «Indignati e preoccupati  per l’incerto futuro della sanità pubblica». Specificando che: «Non pretendiamo miracoli, ma chiediamo segnali di attenzione per un ospedale che sta naufragando». Secondo la delegazione sindacale, infatti, per quanto concerne il “San Camillo Forlanini”, urge: «L’assegnazione di posti letto almeno nella misura prevista sulla carta, ma nei fatti mai rispettata. L’assunzione di personale di tutti i profili professionali che consenta un’assistenza eccellente e sicura. E la stabilizzazione del personale precario che, con grande sacrificio, ha finora evitato il blocco dell’assistenza». Per risolvere queste problematiche, ormai, cristallizzate, ha quindi concluso Francesco Medici: «Auspichiamo in una proficua collaborazione con il presidente Zingaretti, al fine di migliorare e garantire la qualità del diritto alla cura e del diritto a curare; due criteri imprescindibili del Ssn».

Ufficio Stampa Smi-Lazio

Un Numero ... caldo ... caldissimo ... bollente ... bollito


Il Ministero della salute, con uno zelo degno di miglior causa, per fronteggiare l'emergenza caldo, ha comunicato di aver attivato a  partire dal 26 Luglio  il numero di pubblica utilità 1500 "Estate sicura, come vincere il caldo", attivo tutti i giorni dalle 8.00 alle 18.00, sabato e domenica compresi.

Al numero 1500 risponderà, precisa la nota ministeriale,  personale altamente qualificato e appositamente formato, in grado di soddisfare le richieste di informazione di base, e anche dirigenti sanitari (medici, veterinari, farmacisti, chimici, biologi e psicologi), per soddisfare le richieste più complesse.

Nota Ministero nr. 17091 del 26/07/2013

 
 
 


venerdì 26 luglio 2013

I nuovi certificati per lo sport: domande e risposte

Il 26 aprile 2013 il Ministero della Salute ha emanato un decreto che modifica sensibilmente la normativa sull'attività sportiva non agonistica e amatoriale che è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 20 luglio 2013. 


  • Quali sono le norme che regolamentano l'attività sportiva?
E’ principalmente il Decreto del Ministero della Sanità del 18/02/1982.

Quali sono le tipologie di attività sportiva?
Secondo la legge regionale citata, l'attività sportiva si suddivide in due categorie:

    • attività sportiva agonistica;
    • attività sportiva non agonistica.
Una terza categoria è l'attività cosiddetta "ludico-motoria" che però non è esattamente qualificabile come "attività sportiva", bensì come attività motoria igienico-ricreativa.


  • Cominciamo proprio dall'attività ludico-motoria. Cos'è, con maggiore esattezza?
Per attività ludico-motoria si intende quella svolta, singolarmente o in gruppo, per esclusivi fini igienici e ricreativi.
Si distingue dall'attività sportiva vera e propria per le seguenti caratteristiche:
- nell'attività ludico-motoria è assente ogni aspetto competitivo;
- il suo fine è esclusivamente igienico e ricreativo;
- non ha rilevanza il soggetto che ne cura l'organizzazione.

  • Si può fare qualche esempio?
Sono attività ludico-motorie, ad esempio:
- fare jogging al parco;
- fare ginnastica, fitness, danza o body building in palestra;
- fare nuoto in piscina;
- fare attività motorie nelle scuole materne ed elementari.

  • Per l'attività ludico-motoria è necessario il certificato medico?
No. Trattandosi di attività igienico-ricreativa e mancando ogni aspetto competitivo, non è una attività che può costituire un rischio per il soggetto che la pratica per cui non è necessaria una valutazione medica. Si tratta, piuttosto, di una attività consuetudinaria che dovrebbe entrare a far parte di un adeguato stile di vita.
In questo senso il medico di famiglia e il pediatra, all'interno delle abituali consultazioni con i propri assistiti, potrà indicare la tipologia più idonea di attività o suggerire le modalità di effettuazione della stessa, ma non è necessario che ciò venga "cristallizzato" in un certificato medico.



  • Le palestre e le piscine, quindi, non possono pretendere il certificato medico...
Esatto. A meno che la palestra sia affiliata al CONI o a qualche ente di promozione sportiva, perchè in quel caso all'interno della palestra si può praticare attività sportiva non agonistica, per cui in quel caso serve il certificato medico, come vedremo tra poco.

  • E se la palestra pretende lo stesso il certificato, anche se non è affiliata al CONI o ad altri Enti sportivi?
Premesso quanto sopra, se il cittadino chiede al proprio medico un certificato per attività ludico-motoria, il medico dovrà far presente che si tratta di una certificazione non necessaria, ma dopo aver ricordato questo, può rilasciare un certificato dove attesta che il soggetto gode di buona salute e che non ha patologie in atto.
  • Si tratta di un certificato che può essere rilasciato da qualunque medico?
Sì. Proprio perché è un certificato non necessario, la legge non prevede che debba essere rilasciato da una qualche categoria di medici. Pertanto ogni medico iscritto all'Ordine è abilitato a rilasciarlo. Ovviamente dopo la consueta ed accurata visita medica.
  • E' necessario, prima di rilasciare il certificato per attività ludico-motoria, sottoporre il paziente a qualche esame specifico?
Considerato che si tratta di un certificato che attesta la buona salute, di norma non è necessario alcun esame specifico.
  • Cosa si deve scrivere sul certificato?
Considerato che per l'attività ludico-motoria si deve soltanto attestare la buona salute, una dizione corretta è la seguente:
"Si certifica che il Sig. (nome e cognome) gode attualmente di buona salute e non presenta sintomi di patologie in atto".

  • Questo certificato per quanto tempo vale?
Non essendo un certificato necessario, vale semplicemente per il momento in cui viene rilasciato. Nessuna norma ne prevede una continuità di valore nel tempo (anche perché sarebbe illogico, visto che si certifica la buona salute allo stato attuale).
  • E' un certificato a pagamento?
Sì. Il cittadino potrebbe evitare ogni spesa semplicemente non richiedendo il certificato, visto che non è necessario. Ma se lo richiede, il medico ha diritto ad un compenso.
  • Quant'è il compenso per un certificato per attività ludico-motoria?
Non esistono più tariffe vincolanti. Per cui ogni medico propone al cliente l'importo che ritiene opportuno. Ovviamente a fronte del pagamento, deve essere rilasciata fattura.
  • Alcune palestre non chiedono alcun certificato medico ai clienti, ma fanno firmare un foglio che sembra una sorta di autocertificazione sullo stato di salute. E' corretto?
L'autocertificazione sullo stato di salute non esiste. Anzi è espressamente vietata dalla legge.
Piuttosto a volte le palestre fanno firmare, all'atto dell'iscrizione, una dichiarazione con la quale il cliente dichiara di essere consapevole della natura e dell'impegno fisico che l'attività motoria richiede e dell'opportunità di consultare preventivamente il proprio medico di fiducia. In questo senso, la dichiarazione che le palestre fanno firmare è corretta. Ma non perchè è una autocertificazione, ma perchè è una manifestazione di consapevolezza da parte del cittadino.

  • Nella palestra può esserci un medico?
No. Il medico non può lavorare nelle palestre, né in altri luoghi non adibiti ad attività sanitarie.
 

  • Per frequentare le ore di educazione fisica nelle scuole è necessario un qualche tipo di certificato medico?
Assolutamente no. L'educazione fisica è una materia scolastica curriculare e, in quanto tale, la sua frequenza è obbligatoria per tutti gli studenti senza alcuna necessità di certificazione medica.
Semmai il certificato medico è necessario nell'ipotesi contraria, cioè per chiedere l'esonero dalla frequenza delle lezioni di educazione fisica, quando lo stato di salute dello studente ne sconsiglia la partecipazione. In questi casi, il certificato per l'esonero di norma viene rilasciato dal medico di famiglia o dal pediatra.

  • Parliamo adesso dell'attività sportiva non agonistica. Cos'è di preciso?
Per attività sportiva non agonistica si intende quella organizzata:
- dal CONI, dalle società sportive affiliate alle Federazioni sportive nazionali e agli enti di promozione sportiva;
- dal Ministero dell'Istruzione relativamente alle fasi comunali, provinciali e regionali dei Giochi della Gioventù;
- dalle Scuole per le attività sportive extra-curriculari (quindi diverse dall'educazione fisica) previste nei POF - Piani di Offerta Formativa.
L'attività non agonistica si differenzia da quella agonistica per l'impegno minore, l'aspetto competitivo non mirato al conseguimento di prestazioni sportive di elevato livello e per l'assenza di un vincolo di età per intraprendere l'attività sportiva.

  • Per l'attività sportiva non agonistica è necessario il certificato medico?
Sì.
  • Quali medici possono rilasciare i certificati di idoneità all'attività non agonistica?
I medici specialisti in medicina dello sport, presso i centri di medicina dello sport pubblici o privati accreditati.
Inoltre anche i medici di famiglia e i pediatri possono rilasciare tali certificati, ma solo limitatamente ai propri assistiti.

  • Prima di rilasciare il certificato per attività non agonistica, è necessario sottoporre il paziente a qualche esame?
Di norma è necessaria e sufficiente una visita clinica generale del soggetto, preceduta da una buona anamnesi.
In caso di dubbio diagnostico il medico, prima di rilasciare il certificato, potrà richiedere accertamenti sanitari specifici. In presenza di fattori di rischio come, ad esempio, diabete, epilessia, asma bronchiale, cardiopatie, aritmie, il medico potrà richiedere una consulenza medico sportiva in relazione al tipo di attività sportiva che il paziente intende svolgere.
Quindi di norma è sufficiente la visita medica e l'esame obiettivo. Solo in presenza di fondati motivi, il medico può ritenere opportuno sottoporre il paziente ad accertamenti e consulenze specifiche.

  • Cosa si deve scrivere sul certificato per l'attività non agonistica?
Una dizione corretta è la seguente: "Si certifica che il Sig. (nome e cognome) è idoneo all'attività sportiva non agonistica per la disciplina .....".
L'indicazione della specifica disciplina sportiva per la quale si esprime giudizio di idoneità all'attività non agonistica può essere utile nel caso in cui il soggetto, a giudizio del medico, sia idoneo per una pratica sportiva, ma non per altre. E' infatti dovere del medico proteggere e tutelare la salute dell'assistito e di conseguenza, se lo ritiene necessario, limitare l'idoneità solo ad un certo tipo di pratiche sportive. Quindi è necessario che l'assistito informi il medico sul tipo di attività sportiva che intende praticare, in modo da consentire al medico di fare le valutazioni più opportune.
Ovviamente se il soggetto è sano e non ha alcun tipo di problematica psico-fisica, può evitarsi di indicare la specifica disciplina sportiva, in quanto in questi casi il soggetto è astrattamente idoneo a praticare ogni attività sportiva in maniera non agonistica.

  • Il certificato di idoneità all'attività non agonistica, quanto tempo vale?
Non ha un periodo di validità predefinito, anche se, per ovvi motivi, non può essere ritenuto attuale un certificato emesso più di un anno prima dello svolgimento dell'attività sportiva.
Se, per esempio, il certificato viene rilasciato per le attività sportive extra-curriculari delle Scuole, deve essere emesso non all'inizio dell'anno scolastico, ma in prossimità dell'inizio delle gare e vale finchè si svolgono le gare stesse (che solitamente terminano prima della fine dell'anno scolastico).
Il senso di tutto questo è chiaro: il certificato è tanto più attendibile, quanto più è prossimo all'effettivo svolgimento dell'attività sportiva.

  • Il certificato per attività non agonistica è a pagamento?
I certificati per attività non agonistica richiesti dalle Scuole per attività parascolastiche e per la partecipazione ai Giochi della Gioventù nelle fasi precedenti a quella regionale sono gratuiti se rilasciati dal medico di famiglia o dal pediatra. Sono a pagamento se rilasciati dai centri di medicina dello sport delle ASL o privati accreditati.
I certificati per attività non agonistica richiesti dalle Federazioni Nazionali e dagli enti di promozione sportiva riconosciuti dal CONI sono sempre a pagamento, anche se rilasciati dal medico di famiglia o dal pediatra.
Nel caso in cui, prima di rilasciare il certificato, il medico abbia richiesto accertamenti specifici, il paziente sarà tenuto al pagamento del ticket per le singole prestazioni, se dovuto.

  • Parliamo infine dell'attività agonistica. Cos'è esattamente?
Per attività agonistica si intende quella attività praticata continuativamente, sistematicamente ed esclusivamente in forme organizzate dalle Federazioni sportive nazionali, dagli enti di promozione sportiva riconosciuti dal CONI e dal Ministero dell'Istruzione, per quanto riguarda i Giochi della Gioventù a livello nazionale.
Tale attività ha lo scopo di conseguire prestazioni sportive di elevato livello.
La qualificazione sportiva agonistica, anche in base ai limiti di età, è stabilita da ogni singola Federazione sportiva e dagli enti di promozione sportiva riconosciuti dal CONI.

  • Cos'è il libretto sanitario sportivo?
E' il libretto strettamente personale sul quale devono essere annotati i dati dell'atleta e gli estremi delle visite medico-sportive superate.
E' un documento indispensabile per l'attività sportiva agonistica, che ogni atleta deve possedere e che deve essere esibito in occasione delle visite medico-sportive.

  • Chi rilascia il libretto sanitario sportivo?
I centri di medicina dello sport delle ASL o privati accreditati al momento della prima visita medico-sportiva.
  • Chi può rilasciare il certificato di idoneità all'attività agonistica?
Esclusivamente i medici specialisti in medicina dello sport presso i centri pubblici o privati accreditati.
  • Chi deve richiedere l'idoneità sportiva agonistica? L'alteta o la società sportiva cui appartiene?
La richiesta deve provenire dalla società sportiva e deve essere redatta secondo il modulo regionale. L'alteta si deve presentare al centro di medicina dello sport con tale richiesta e con il suo libretto sanitario sportivo.
  • Perché non può essere l'atleta stesso a richiedere l'idoneità agonistica?
Perchè la valutazione del tipo di attività svolta dall'atleta e la qualificazione di tale attività come agonistica o non agonistica, spetta alla società sportiva, sulla base delle determinazioni delle Federazioni sportive nazionali e del CONI.
La richiesta a titolo personale da parte del cittadino di idoneità all'attività agonistica è possibile solo per quelle attività che non rientrano sotto l'egida del CONI, come ad esempio quando un soggetto intende partecipare al concorso per allievi ufficiali e deve dimostrare di possedere l'idoneità agonistica.

  • Come si svolge la visita per attività agonistica?
Il medico specialista in medicina dello sport deve effettuare personalmente la visita medica, garantendo l'effettuazione di tutti gli accertamenti clinici e di diagnostica strumentale necessari. In altre parole, il giudizio finale di idoneità non può essere disgiunto dalla effettuazione degli atti necessari alla formulazione del giudizio stesso.
In particolare deve essere effettuato l'IRI test, sotto il controllo dello specialista e monitoraggio elettrocardiografico. Per tutti gli alteti di età superiore ai 40 anni deve essere eseguito il test da sforzo massimale al cicloergometro o al nastro trasportatore con registrazione del tracciato ECG prima, durante e dopo lo sforzo.
La visita può essere integrata da accertamenti, di laboratorio o strumentali, laddove il medico sportivo li ritenga necessari a chiarire eventuali dubbi diagnostici.
Infine è dovere del medico sportivo informare l'atleta sui rischi per la salute connessi all'uso di sostanze dopanti.

  • C'è un limite di età per l'attività agonistica?
Come detto sopra, spetta alle Federazioni sportive nazionali e al CONI stabilire, per ciascuna disciplina sportiva, i limiti minimi ed eventualmente massimi di età per accedere all'attività agonistica.
Per esempio, per il tennis l'età minima per l'attività agonistica è 8 anni; per il calcio, l'atletica leggera e le arti marziali è 12 anni; per il ciclismo 13, per il pugilato 14.

  • Nel caso di atleti minorenni, serve il consenso dei genitori?
Certamente sì. Infatti al momento della visita deve essere presente almeno un genitore.
  • Cosa va scritto sul certificato per l'attività agonistica?
Una dizione corretta è la seguente: "Si certifica che il Sig. (nome e cognome) è idoneo all'attività sportiva agonistica per la disciplina .....".
L'indicazione della specifica disciplina sportiva per il quale viene formulato il giudizio di idoneità per attività agonistica è indispensabile. Pertanto se l'atleta pratica più attività sportive, tutte in maniera agonistica, avrà bisogno di distinti e separati certificati di idoneità, uno per ogni disciplina sportiva agonistica.

  • Quanto tempo vale il certificato per l'attività agonistica?
Di norma ha validità di un anno dalla sua emissione, salvo che per alcuni sport per il quale vale due anni (ad esempio per le bocce, il golf).
  • C'è altro da sapere?
L'attività motoria e sportiva deve essere valorizzata, in quanto strumento per promuovere corretti stili di vita e benessere igienico-sanitario. Il ruolo del medico, quindi, non deve essere solo quello di puro e semplice "certificatore", ma soprattutto di soggetto fiduciario che è in grado di consigliare, spiegare e suggerire le migliori scelte ai propri assistiti, soprattutto sensibilizzando gli sportivi, in particolar modo quelli più giovani, a rifuggire le tentazioni del doping.
In questo senso, l'opera del medico di famiglia e del pediatra è particolarmente utile e preziosa.



Pagelle online per gli ospedali nel Lazio

25/07/2013 - Da oggi i cittadini del Lazio potranno misurare l’efficienza degli ospedali e delle cure che ricevono. 
E possibile grazie al Programma regionale di valutazione esiti e al suo portale internet.:
Vuoi scoprire come? Clicca qui: 
http://www.epidemiologia.lazio.it/prevale13/
E’ possibile capire il livello delle prestazioni sanitarie confrontando i dati e la capacità dell'assistenza territoriale di gestire adeguatamente alcune condizioni croniche con una sezione di confronti temporali annuali dal 2007 al 2012. 
"Emerge un quadro – ha spiegato il presidente Nicola Zingaretti – di convivenza tra strutture di eccellenza e sacche di inefficienza, o addirittura di rischi per la salute dei cittadini”. 
Parte la rivoluzione della trasparenza: ora i cittadini avranno informazioni certe e scientifiche per sapere come stanno le cose e per cominciare a trasformare insieme la sanità nel Lazio. Siamo convinti che condividere le informazioni ci aiuterà a migliorare l’intero sistema delle cure e dell’assistenza. 
L’obiettivo è partire dai dati oggettivi per far uscire dal tunnel la sanità del Lazio, “non è stilare la pagella dei buoni e dei cattivi”, ha sottolineato Zingaretti. “Vuol dire – ha aggiunto – dare alle persone una sanità più giusta, equa e che riconosca l'universalità dei diritti alle prestazioni come un diritto costituzionale". 
Questo sito è il primo passo per costruire un efficace e completo sistema di Open Sanità, che offra ai cittadini la possibilità di accedere a tutti i dati sulla qualità e l’organizzazione del Sistema Sanitario Regionale direttamente su internet.
Ecco sei esempi di come la Sanità nel Lazio può migliorare. Clicca qui:
http://www.regione.lazio.it/rl_main/?vw=newsdettaglio&id=2140


 

giovedì 25 luglio 2013

NON SOLO CERTIFICATI

Roma, 24 lug. (Adnkronos Salute) - Stop ai certificati inutili, rinvio di un anno dell'assicurazione obbligatoria per i medici e tempi più rapidi per l'inserimento dei farmaci innovativi nel prontuario a carico del Servizio sanitario nazionale. Queste alcune novità inserite nel decreto Fare, che oggi ha incassato la fiducia alla Camera con 427 sì e 167 no. Ecco, in sintesi, le principali novità previste dal decreto in materia sanitaria:

CERTIFICATI INUTILI: vengono abolite una serie di certificazioni e autorizzazioni sanitarie perché in base alle attuali conoscenze scientifiche, non hanno più ragione di essere o sembrano, in ogni caso, inefficaci rispetto agli scopi per cui erano state previste. Tra le certificazioni soppresse ci sono quelle di sana e robusta costituzione per alcuni compiti come l'ufficiale esattoriale; il certificato di idoneità per l'assunzione nelle lavorazioni non a rischio; il certificato medico di sana costituzione fisica per i farmacisti; il certificato di idoneità fisica per l'assunzione nel pubblico impiego; il certificato di idoneità psico-fisica per i maestri di sci.

ASSICURAZIONE OBBLIGATORIA MEDICI: Slitta di 1 anno l'entrata in vigore dell'obbligatorietà dell'assicurazione Rc professionale per i medici e tutti i professionisti della salute. Tutto rinviato al 13 agosto 2014, così da consentire la messa a punto della disciplina organica in materia di condizioni assicurative per gli esercenti le professioni sanitarie, e per agevolare l'accesso alla copertura assicurativa anche per i giovani.

FARMACI ORFANI: Per i farmaci cosiddetti 'orfani' e per quelli di eccezionale rilevanza terapeutica e sociale si apra una corsia preferenziale nell'iter di autorizzazione e negoziazione, così da avere tempi ridotti e certi per la dispensazione a carico del Ssn, non superiori a 100 giorni complessivi.

E ancora:

FASCICOLO SANITARIO ELETTRONICO: Entro il 30 giugno 2014, le Regioni devono presentare all'Agenzia per l'Italia digitale e al ministero della Salute il piano di progetto per la realizzazione del Fascicolo sanitario elettronico (Fse) entro il 30 giugno 2015.

DONAZIONE DI ORGANI: Il consenso o il diniego alla donazione degli organi confluisce nel fascicolo sanitario elettronico e i dati sono trasmessi anche dai Comuni al Sistema informativo trapianti.

CROCE ROSSA: L'Associazione Croce Rossa può chiedere entro il 30 settembre 2013 una anticipazione di 150 milioni alla Cassa Depositi e prestiti dietro presentazione di un piano di pagamenti del debito accertato anche a carico dei singoli Comitati territoriali, in base all'ultimo consuntivo, per far fronte a carenze di liquidità per spese obbligatorie 



lunedì 22 luglio 2013

VIA ALLA “CASA DELLA SALUTE”, IL NUOVO MODELLO DI RIORGANIZZAZIONE DELL’ASSISTENZA SANITARIA REGIONALE

IL SINDACATO DEI MEDICI ITALIANI DEL LAZIO, ESPRIME SODDISFAZIONE PER IL NUOVO PIANO DI RESTYLING DELLA SANITA’ TERRITORIALE CHE PUNTA ALLA VALORIZZAZIONE DELLE RISORSE DISLOCATE SUL TERRITORIO

(Roma, 19 luglio) - Nasce il nuovo modello di riorganizzazione dell’assistenza sanitaria territoriale nella regione Lazio, denominato: “Casa della Salute”. Lo ha dichiarato il presidente Nicola Zingaretti, il quale ha spiegato che, il nuovo progetto sanitario, non si basa sulla costruzione di nuove e costose strutture ma, bensì, sull’utilizzo e sulla valorizzazione di quelle esistenti, come i poliambulatori e le strutture territoriali (o in fase di riconversione). Nelle “Case della Salute” potranno lavorare in collaborazione: il medico di medicina generale, lo specialista ambulatoriale, ospedaliero o l’infermiere. Inoltre, in situazioni particolari, il paziente potrà rimanere nei locali della “Casa della Salute” il tempo necessario per terapie specifiche, esami strumentali o visite specialistiche. Mentre, in strutture più complesse della “Casa della Salute”, (da definire in relazione al territorio ed alla popolazione), sarà possibile una permanenza del paziente nelle 24 ore, per condizioni in cui prevale il bisogno di assistenza e con oggettive difficoltà ad assistere il paziente stesso a domicilio. «Lo Smi-Lazio si dichiara soddisfatto dal superamento della fase dei progetti isolati, che ha caratterizzato gli ultimi anni e apprezza la volontà di organizzare la risposta ai bisogni sanitari dei cittadini sul territorio, sottolineando l’aumento della richiesta di cure  domiciliari nelle patologie croniche e negli anziani», ha dichiarato Gian Marco Polselli, segretario regionale Smi-Lazio. «Si tratta ancora di una bozza del progetto e, il Sindacato, farà avere tutte le sue osservazioni ed i suoi suggerimenti. Riteniamo, infatti, che l’adesione ad progetto da parte dei medicina generale debba essere volontaria e si debbano coinvolgere oltre che l’assistenza primaria anche la continuità assistenziale (ex guardia medica) e la medicina dei servizi; condividiamo la scelta di collocare questa struttura nei Distretti sanitari, mentre chiediamo che non vengano riprodotte situazioni anomale con contratti di lavoro atipici o esternalizzazione del personale». Quindi Gian Marco Polselli ha concluso: «Insomma c’è molto da fare e la promessa di un decreto operativo a settembre, per il momento, sembra un auspicio più che una realtà». Secondo lo Smi-Lazio resta, infine, l'emergenza legata alla carenza dei medici della Continuità Assistenziale. Mentre si dovrà trovare il modo per integrare le nuove "Case della Salute" con le Unità di Cura Primarie (Ucp); indispensabili per capillarità e capacità di risposta ai cittadini. 

 

venerdì 19 luglio 2013

Ancora tagli per la guardia medica: è la volta della Lombardia

COMUNICATO STAMPA

 

SANITÀ, CONTINUANO I TAGLI AI SERVIZI PER I CITTADINI: ANCHE IN LOMBARDIA SI SMANTELLANO LE GUARDIE MEDICHE: SI COMINCIA A COMO CON LA RIDUZIONE DELL'ORARIO

 

LO SMI PREPARA UNA DIFFIDA: COSÌ NON SI RISPETTANO GLI ACCORDI NAZIONALI

 

PINA ONOTRI: “QUESTA È LA SANITÀ DELLA SPENDING CONFUSION, NESSUNA PROGRAMMAZIONE, SOLO TAGLI”

 

Per Pina Onotri, responsabile nazionale della continuità assitenziale del Sindacato dei Medici Italiani (Smi), dopo i casi registrati in Toscana, dove si chiudono le guardie mediche per scaricare il peso dell’assistenza sul 118, si continua con le politiche di rottamazione del Ssn da parte delle Regioni: «La Regione Lombardia è in completa "spending confusion", tra esperimenti a macchia di leopardo come i creg, pubblicazione di zone carenti inadeguate ai parametri delle convenzioni nazionali e alle necessità dei cittadini, fino ad arrivare alle previste riduzioni degli orari di apertura delle guardie mediche nell’Asl di Como. Un processo già visto, seppur con altre caratteristiche in Toscana, che tradisce l’incapacità di programmare la spesa e il ricorso, quindi, alla scorciatoia dei tagli. Ed è evidente che a pagarne le conseguenze siano i cittadini e i medici che si vedranno oberati di lavoro. Non rimarremo, neanche in questo caso con le mani in mano. Sarà battaglia e nei prossimi giorni invieremo anche una diffida formale: basta con le fughe in avanti dellle regioni, basta cone queste micro repubbliche delle banane».

 

Roma, 18 luglio 2013 

giovedì 18 luglio 2013

H24? una bufala, è dimostrato!

da il Sole 24 ore

La «bufala» della pediatria h24: nessun vantaggio per i pronto soccorso

17 luglio 2013


Se si togliessero dal pronto soccorso tutti gli accessi dovuti alla mancanza degli studi aperti sul territorio dei pediatri di libera scelta, si diminuirebbe il carico di lavoro del pronto soccorso del 5,74%.
Ma considerando i dati assoluti, l'apertura degli studi sabato e domenica terrebbe lontani 1.091 bambini dal Ps che divisi per il numero totale dei giorni considerati porterebbe a dover visitare sabato e domenica 10,50 bimbi in meno per giorno. «Una riduzione che non compirebbe una riorganizzazione del lavoro in Ps, né consentirebbe al pronto soccorso di risparmiare risorse mediche e/o infermieristiche. Forse diminuirebbero le file ma nulla di più. Viceversa far aprire gli studi dei pediatri anche tutti i weekend comporterebbe un aumento significativo di costi». E' questa la conclusione a cui giunge Francesco Medici, dirigente di primo livello al pronto soccorso del San Camillo Forlanini di Roma, vicesegretario nazionale del Sindacato medici italiani, vicepresidente della Federazione veterinari e medici e memebro del direttivo nazionale Cosmed.
Che in uno studio pubblicato su Il Sole-24 Ore Sanità n. 27/2013 in cui analizza i dati rilevati all'azienda ospedaliera San camillo Forlanini di Roma - una delle più grandi d'Italia - definisce quella dell'h24 in pediatria «una bufala» se il suo scopo è di allegerire i pronto soccorso.
E visto che si tratterebbe solo di spendere di più, secondo Medici queste risorse potrebbero essere spese per potenziare il personale medico e infermieristico dei pronto soccorso ottenendo «una riduzione delle file tutti i giorni della settimana oltre che condizioni lavorative migliori per tutto il personale. La scelta del pronto soccorso - conclude Medici - è una variabile indipendente dalla disponibilità di apertura degli studi e l'h24 non risolverebbe il nodo degli accessi né tanto meno i problemi di salute».
Secondo lo studio di Medici mentre nel pronto soccorso per adulti il problema dell'outcome nasce dalla spinta della famiglia al ricovero comunque, perché l'ospedale rassicura e il peso della malattia scompare dalla famiglia che riesce a "tirare il fiato" nella gestione del paziente, quasi sempre anziano, nel pronto soccorso pediatrico la situazione si capovolge. C'è un'"ansia" della famiglia che ha paura nel curare il bambino a casa, ma ha comunque la volontà di cure domiciliari o di un ricovero breve, visto che quello ordinario spesso complica i problemi: un genitore a turno assiste h24 il figlio.

Secondo lo sudio anche gli orari di affluenza sono indipendenti dalla gravità della patologia o dalla reale necessità di cure ospedaliere, o dalla assenza di una cura "territoriale". Gli accessi in orario diurno 8-20 sono 11.037 (studi pediatrici aperti) mentre i notturni sono 7.403 (studi chiusi).
VEDI LO STUDIO COMPLETO SU IL SOLE-24 OPRE SANITA' n. 27/2013

 

Patto per la salute, oggi parte il tavolo

dal Sole 24 sanità

18 luglio 2013
Questo articolo è stato pubblicato il 18 luglio 2013 alle ore 05:49.

L'appuntamento è per oggi nel primo pomeriggio al ministero per gli Affari regionali, in via della Stamperia. A "casa sua", infatti, Graziano Delrio ospiterà la collega Beatrice Lorenzin, titolare della Salute, e una folta delegazione delle Regioni.
Occasione ufficiale. Come ufficiale, a quel punto, sarà l'apertura del tavolo di confronto per l'elaborazione del Patto per la salute, chissà se triennale o qualcosa di più (5 anni?) come amerebbe Lorenzin. Di fatto, insomma, da quel punto scattano le danze per una partita delicatissima che presumibilmente avrà bisogno di qualche mese, per trovare anche sostanza finanziaria in prossimità della legge di stabilità per il 2014. Al ministro Saccomanni (Economia) piacendo.
Lavori in corso con l'Economia. Proprio con Saccomanni, del resto, continuano e si moltiplicano gli abboccamenti, di Beatri Lorenzin come dei governatori e dei loro rappresentanti. Senza scordare il ruolo non solo sotto traccia che stanno svolgendo anche le diplomazie dei partiti e un nugolo di sherpa sempre pronti con le carte in mano per chiedere, sollecitare ma anche per confutare ipotesi o proposte poco gradite, a seconda dei punti di vista.
Primi incontri ufficiosi. Intanto ancora ieri Lorenzin ha avuto modo di incontrare ufficiosamente le Regioni. Un'occasione per stendere elenchi di argomenti, desiderata, iniziare discutere. Ufficiosamente s'intende. Perché si dice che di carte vere al momento non ce ne sono. Ma da oggi si entra nel vivo anche se presumibilmente soprattutto per stendere gli "elenchi della spesa", vale a dire i capitoli del Patto da riempire di contenuti. Si spera in maniera condivisa.
Le partite in gioco. Sul piatto, come abbiamo già anticipato, le richieste delle Regioni che hanno stilato un lungo elenco con tre questioni preliminari: il «definitivo chiarimento» sulla promessa cancellazione dei 2 miliardi in più di ticket dal prossimo anno, il finanziamento del Ssn e degli investimenti in edilizia sanitaria (VEDI NOTIZIA SU QUESTO SITO). Ma anche le priorità del ministro Lorenzin che nel Patto vorrebbe inserire modelli di bestpractice per tutti, deospedalizzazione, e-health e più territorio con la massima attenzione a cure domiciliari e prevenzione.
 

mercoledì 17 luglio 2013

Rinvio della obbligatorietà della polizza RCP

Slitta di 1 anno l'entrata in vigore dell'obbligatorietà dell'assicurazione Rc professionale per i medici e tutti i professionisti della salute. Tutto rinviato, quindi, al 15 agosto 2014.
A prevederlo è un emendamento del Governo al decreto del «Fare», all'esame della Commissioni Affari costituzionali e Bilancio della Camera.
«Al fine di evitare maggiori oneri all'utenza - recita l'emendamento - il termine per la stipula delle assicurazioni obbligatorie dei professionisti, previsto dall'articolo 5 del decreto del presidente della Repubblica 7 agosto 2012, n. 137, è prorogato al 15 agosto 2014».


Menicanti (Sicch): boom dei contenziosi effetto del decreto Bersani

Riporto le dichiarazioni del dott. Menicanti in quanto a mio avviso riguardano tutti i medici

La stragrande maggioranza dei cardiochirurghi è assicurata, anche se con coperture molto differenti se lavorano in strutture pubbliche o private accreditate. In ogni caso, al di là dell'eventuale obbligatorietà, è sempre fortemente consigliata la stipula di una polizza assicurativa». Ad affermarlo è Lorenzo Menicanti, presidente della Società italiana di chirurgia cardiaca (Sicch). «Anche perché» prosegue «esistono ospedali che non si assicurano e casi in cui la Corte dei Conti si è rivale sull'ospedale che a sua volta si è rivale sul professionista. Una situazione che genera notevole inquietudine». E così, dopo gli scioperi dei ginecologi e degli ortopedici, anche i chirurghi sono sul piede di guerra. Per Menicanti il rapido sviluppo dei contenziosi medico-legali trae origine dalla legge Bersani 4 agosto 2006 n.248 (il "decreto sulle liberalizzazioni") che ha legalizzato i "patti di quota lite" con cui i legali si fanno riconoscere una percentuale in caso di vittoria. «A quel punto il paziente può denunciare qualunque medico e, se perde la causa, non è tenuto ad alcun risarcimento, mentre il medico ha possibilità di rivalsa solo dopo un verdetto favorevole in terzo grado di giudizio. Negli Usa, invece, se il paziente perde la causa deve pagare il professionista in modo consistente. In altri paesi, come la Germania o l'Austria, chi denuncia deve lasciare un deposito che sarà restituito in caso di vittoria processuale, o incamerato dal denunciato in caso contrario». Senza questi freni, si spiegano anche le 12.500 denunce registrate l'anno scorso per malpractice, che fanno assurgere l'Italia - una delle nazioni dall'età media più avanzata - a paese con maggior numero di contenziosi per milione di abitanti. Ma quando si può affermare con certezza che un chirurgo ha sbagliato? «Se è stata posta un'indicazione non appropriata e se la procedura non è stata eseguita in modo corretto. Questa valutazione però è complessa e richiederebbe una commissione di esperti, mentre i consulenti dei tribunali spesso sono cultori della materia senza conoscenze pratiche». Da notare, infine, che l'Italia è uno dei soli 3 paesi al mondo (insieme a Polonia e Messico) a configurare un decesso ospedaliero come omicidio colposo.


Risposta al quesito SMI sull assegnazione temporanea del medico di a.p per i cittadini domiciliati nella nostra regione.

Molti colleghi mi hanno fatto presente la difficoltà, nella nostra asl, del rinnovo delle iscrizioni temporanee o di accedere a prime iscrizioni temporanee, con il risultato che tanti di noi si trovano ad assistere pz che conoscono da sempre, ma che non ci risultano più in carico. Abbiamo posto un quesito alla regione che ci ha risposto ( in allegato).
Mi viene da fare una considerazione: molti dei nostri pz per una questione di IMU , non risultano più residenti , ma domiciliati; altri hanno la difficoltà ad avere la residenza perchè un contratto d'affitto è ormai un miraggio, soprattutto se non hai un contratto di lavoro, non dico a tempo indeterminato, ma regolare , ancorchè a termine ( e che sia nel settore pubblico ma non privato, perchè nella nostra asl , in questo caso, la scelta temporanea viene rinnovata per una sola volta). Per tutti costoro anche il medico di famiglia sta diventando un diritto inaccessibile. 



lunedì 15 luglio 2013

DECRETO DEL FARE, SMI: FINALMENTE UN BRICIOLO DI DEBUROCRATIZZAZIONE

Il cosiddetto "decreto del fare", ora in Parlamento nell'iter di conversione in legge (di seguito l'articolo), abolisce alcune certificazioni superflue che a suo tempo ci vennero imposte, proseguendo nel perverso percorso di burocratizzazione e svilimento della nostra professione a tariffe low cost. Un processo voluto dai "soliti noti" che, per pochi spiccioli, hanno avviato un inaccettabile snaturamento del ruolo dei medici.
Il nostro auspicio è che il Parlamento confermi queste norme nella conversione in legge e lo Smi vigilerà in tal senso.
La speranza, per me e per tutti, è che questo sia l'inizio di una positiva inversione di tendenza per il riconoscimento della Medicina Generale, del suo immenso lavoro e delle sue potenzialità.
Con questo augurio un caro saluto e una buona estate a tutti
Maria Paola Volponi
(Responsabile Nazionale Area Convenzionata)
DL 21-06-2013 n.69 . Art 42 : soppressione certificazioni sanitarie- vengono aboliti:
1) certificati di sana e robusta costituzione( insegnanti, scuole convitto per infermieri,impiegati alla corte dei conti,ufficiali esattoriali)
2) certificati di sana costituzione fisica per i farmacisti
3) certificati di idoneità psicofisica all’attività di maestro di sci
4) certificato di idoneità fisica per l’assunzione nel pubblico impiego ed impiegati civili dello stato
5) certificato idoneità per il servizio civile
6) limitatamente alle lavorazioni non a rischio, certificato per idoneità dei minori ed apprendisti
7) certificazioni sanitarie per l’utilizzo di gas tossici ( li fa il medico competente)
8) certificazioni di idoneità sanitaria per il giudice di pace, i Giudici onorari aggregati e le persone addette ai lavori domestici

giovedì 11 luglio 2013

FarmaSMI News nr.09/2013

Caro Collega,
ti invio le ultime notizie 'flash'sul mondo del FARMACO.
Sperando di averti fatto cosa gradita, ti saluto. 
Alessandro Dalla Riva Responsabile Informazione Media, Politica Farmaco SMI
Ernesto La Vecchia Segretario Organizzativo Nazionale SMI  

 
NON associamo Sartani e Ace-Inibitori insieme.
 
Il BMJ 201-3; 246 pubblica una vasta meta-analisi di 33 studi randomizzati, per un totale di 68.405 pazienti, per dirimere l’annosa questione dell’effettivo  vantaggio del duplice blocco del sistema renina-angiotensina (RAS) con Ace-Inibitori (Ace-I) e bloccanti del recettore dell'angiotensina (ARB), teoricamente vantaggioso sulla base del rispettivo meccanismo d’azione , ma del tutto controverso negli studi in vivo:
 
·         Nel 2003, lo studio COOPERATE sembrava dimostrare che la duplice terapia con trandolapril e losartan riducesse il tempo di raddoppio della creatinina serica, allungando lo stadio terminale della malattia renale del 60% . Da qui l’impiego soprattutto fra i nefrologi, molto attenti ovviamente alla riduzione della proteinuria. E non vi è dubbio che la proteinuria diminuisce quando si aggiunge un sartano ad un Ace-I. Tanto che l’uso del duplice blocco continuò anche dopo che lo studio fu ritirato per delle incongruenze. Il ritiro dello studio non ebbe, tuttavia, come spesso accade, la vasta eco e le milioni di citazioni del lavoro iniziale. Qualcuno ha parlato di attrazione magica, che fatalmente colpisce i colleghi che tentano di fr! enare un’insufficienza renale cronica, ricorrendo all’ultima spiaggia;
 
·         Nel 2009, il Canadian Education Program Ipertensione (CHEP) ha invitato i medici e i pazienti a smettere di usare gli Ace-I e gli ARB assieme;
 
·         Nello studio ONTARGET gli esiti renali in persone ad alto rischio vascolare, trattate con telmisartan, ramipril, o entrambi in associazione, hanno dimostrato che la combinazione dei due farmaci è risultata associata ad un aumento del rischio di dialisi, raddoppio della creatinina sierica e di probabilità di morte rispetto all'utilizzo di uno dei due farmaci, ma assunto da solo.
 
La meta analisi del BMJ dimostra che il duplice blocco del sistema RAS non riduce il rischio di mortalità generale né della mortalità cardiovascolare rispetto alla monoterapia con Ace-I o ARB. 
L’unico apparente vantaggio sarebbe una riduzione del 18% dei ricoveri per scompenso nei pazienti con insufficienza cardiaca grave, ma l’effetto è gravato da un significativo aumento
del 55% del rischio di iperkaliemia, del 66% di ipotensione e del 41% di insufficienza renale.
 
COMMENTO
 
Ce n’è abbastanza per metterci una croce …! Non associamo mai Ace-I e ARB ed eliminiamo l’ARB in tutti i nostri assistiti che viaggiano ancora con questa pericolosa associazione, con ev. lettera al collega specialista citando:
 
Makani H, Bangalore S, Desouza KA, et al. Efficacy and safety of dual blockadeof the renin-angiotensin system: a metaanalysis of randomized trials. BMJ 201-3; 246.
 
 
 
 
Sildenafil, il brevetto scaduto taglia il prezzo, … fino al 75%

E’ finalmente scaduto il brevetto del sildenafil  (Viagra). In farmacia il medicinale generico ora lo troviamo a prezzi più bassi anche del 75%, rispetto al suo originatore.
Questo permetterà di agevolare l'accesso alla terapia e soprattutto di evitare che i cittadini (molti) si rivolgano a canali illegali per procurarsi il farmaco a un prezzo inferiore, con rischio di contraffazione (calcolato da AIFA in circa l’80% del venduto on line … !).
I nuovi prezzi possono rappresentare un invito, rivolto all'AIFA affinché prenda in considerazione la rimborsabilità del farmaco anche per pazienti cardiopatici e diabetici e non solo per i medullolesi.
Attenzione tuttavia, in questa fase. Per un periodo ci sarà confusione di prezzi: le case produttrici, infatti, Pfizer compresa, hanno immesso equivalenti con costi estremamente differenziati.
 
 
 
Le pomate a base di FANS funzionano bene.
 
Sul N°6 di FarmaSMI davamo conto delle ultime evidenze, che consigliavano un uso dei FANS per os molto più prudente di quanto da tutti noi (e dai cittadini) praticato.
 
La Cochrane Collaboration (CC) ci viene in aiuto con una revisione della letteratura (1) , che ci suggerisce come i FANS topici siano efficaci nel trattamento del dolore da malattie muscolo-schetriche croniche, probabilmente molto più di quanto alcuni di noi si aspettano.
I FANS per uso topico sono prescritti dal medico, ma usati soprattutto spontaneamente dai pazienti, trattandosi di medicinali liberamente acquistabili anche senza ricetta medica.
La meta analisi della CC ha preso in considerazione, come è tradizione del prestigioso Istituto, solo studi inoppugnabili per metodo, randomizzati e in doppio cieco contro placebo: in totale 34 studi per 7668 pazienti studiati.
I FANS topici hanno dimostrato essere costantemente più efficaci del placebo nel ridurre il dolore e, soprattutto, di non differire nella loro efficacia dai tradizionali FANS per uso orale, con un NNT sovrapponibile, in particolare nelle patologie del ginocchio e della mano.
Come c'era da aspettarsi i FANS topici erano gravati da un maggior rischio di effetti collaterali locali, ma da molto minori effetti gastrointestinali, assenti gli effetti sull’asse CV.
Per quanto riguarda le varie formulazioni usate, la crema sarebbe meno efficace del gel e dello spray.
I FANS topici esplicherebbero la loro azione sia a livello delle strutture peri-articolari sia attraverso un minimo assorbimento sistemico.
 
COMMENTO
 
Sembra l’uovo di Colombo… un ottima, ulteriore risorsa, insieme al sofisticato armamentario dei farmaci antidolorifici di cui disponiamo, per diminuire drasticamente l’uso dei FANS sistemici !
 
La pratica di usare i FANS topici per trattare la sintomatologia dolorosa delle malattie muscolari e scheletriche croniche da oggi ha , quindi, ottime fondamenta:
 
·         rappresenta una modalità di approccio corretta ad un problema comune, giustificata dai dati della letteratura
·          da incoraggiare, perché abbatte i frequenti e gravi effetti collaterali sistemici di questa classe di farmaci ampiamente abusata da singoli e medici.
 
D'altra parte il loro uso è previsto anche dalle linee guida reumatologiche più recenti.
 
1. Derry S et al. Topical NSAIDs for chronic musculoskeletal pain in adults Cochrane Database Syst Rev. Pubblicato
online il 12 settembre 2012.
 
 
 

mercoledì 10 luglio 2013

Obbligo di assicurazione professionale per i medici: per l’Ordine di Roma deve essere a carico delle aziende

Sul tema dell’assicurazione professionale per i camici bianchi scende in campo l’Ordine provinciale di Roma dei Medici-Chirurghi e degli Odontoiatri, il più numeroso in Italia con i suoi oltre 41mila iscritti. «È inderogabile mettere un punto fermo e trovare una soluzione reale ed equilibrata a un problema che non è più sopportabile per i medici. Altrimenti si bloccherà tutto il sistema», afferma il presidente dell’Ordine, Roberto Lala. L’Ordine della Capitale chiede che alle aziende sanitarie e ospedaliere, pubbliche e private, sia imposto per legge di garantire la copertura assicurativa ai medici che vi operano e di risarcire il danno
- una volta accertato - anche qualora le stesse ricorrano allo strumento dell’autotutela amministrativa. Così da evitare, come oggi accade, che il paziente possa rivalersi direttamente sul medico quando l’azienda non procede al risarcimento o oppone l’impignorabilità dei beni, persino nel caso in cui le responsabilità sono addebitabili proprio alla struttura e all’organizzazione e non al singolo professionista. «I casi in cui vengono accertati un reale danno e una colpa del medico rappresentano una percentuale assai bassa di tutti quelli portati all’attenzione della Magistratura», ricorda Lala. «Ciò nonostante le compagnie assicurative aumentano costantemente e a dismisura i premi per le polizze sulla base delle sole denunce e richieste di risarcimento. Così non si può continuare». Secondo l’Ordine di Roma, l’imposizione alla categoria, dal 13 agosto prossimo, di una polizza per responsabilità professionale, a carico di ogni medico, è un incentivo al contenzioso legale, a prescindere dall’effettivo danno lamentato e dalla colpa individuale. Come pure potrebbe favorire una deresponsabilizzazione delle aziende, tentate dalla possibilità di scaricare sul professionista le loro eventuali disfunzioni. «Occorre un nomenclatore del danno medico che preveda dei tetti per le singole voci, così come avviene in campo infortunistico personale e stradale», è la proposta di Lala. «A questo va affiancato una sorta di vaso di compensazione per quei risarcimenti che superino i limiti previsti dalla polizza stipulata, sul modello del Fondo Vittime della Strada. In ogni caso, non si può ridurre tutto a un mero e pericoloso mercato, a vantaggio delle compagnie assicurative e degli studi legali ma lesivo del fondamentale rapporto di fiducia con il paziente. Continuando così - avverte il presidente dei camici capitolini - a rimetterci saranno i pazienti più complessi sul piano clinico, proprio quelli che hanno più necessità di essere seguiti e curati: il rischio è che nessuno vorrà più farsene carico per paura di conseguenze penali ed economiche. Chiediamo quindi alle istituzioni, Parlamento e Governo, un atto di saggezza e di responsabilità per tutelare la salute dei cittadini e il lavoro dei medici».




Ultime dall'ENPAM

Caro Collega,
ecco le ultime notizie 'flash' dalla Fondazione Enpam.
Le informazioni che ti giriamo sono direttamente tratte dalla newsletter di questo ente, lo scopo di questo invio è quello di raggiungere tutti quei medici che non ricevono questo tipo di comunicazioni.
Certo di averti fatto cosa gradita ti saluto.
 
Fernando Crudele 
Responsabile Rapporti Enpam e Fnomceo
Cellulare: 339/8809502
 
Ernesto La Vecchia 
Segretario Organizzativo Nazionale
 
 
All'Enpam la vicepresidenza dell'Adepp

Il vicepresidente vicario della Fondazione Enpam, il medico e odontoiatra Giampiero Malagnino, è stato confermato numero 2 dell'AdEPP, l'associazione degli enti previdenziali privati. Alla presidenza è stato invece rieletto Andrea Camporese, giornalista a capo dell'Inpgi.

>> Continua a leggere

 Borse di studio per orfani di medici e odontoiatri - Anno 2013

Anche quest’anno la Fondazione Enpam mette a disposizione 295 borse di studio per gli orfani dei medici e degli odontoiatri. I sussidi saranno concessi agli studenti universitari, delle scuole medie e superiori che appartengono a nuclei familiari in precarie condizioni economiche.

>> Continua a leggere
 
 
 
 

martedì 9 luglio 2013

MEDICO D'EUROPA On line n. 28 (9 luglio)

Dalla sezione Home Page del nostro sito:

SCIOPERO NAZIONALE - LUNEDI 22 LUGLIO

 

02 Luglio - Sciopero Nazionale di 4 ore lunedi 22 luglio 2013 sit in a roma al ministero dell’economia ore 10.00.

(Leggi tutto...)
-------------------------------------------------------------------------------------------------------------
 Dalla sezione Home Page del nostro sito:

DECRETO DEL FARE, SMI: FINALMENTE UN BRICIOLO DI DEBUROCRATIZZAZIONE

04 Luglio - Il cosiddetto "decreto del fare", ora in Parlamento nell'iter di conversione in legge. Il commento del nostro Responsabile Nazionale, Maria Paola Volponi.

(Leggi tutto...)

Dalla sezione Home Page del nostro sito:

SANITA', LO SMI E FVM IN AUDIZIONE IN COMMISSIONE AFFARI SOCIALI ALLA CAMERA

08 Luglio - All'audizione erano presenti Salvo Calì, Segretario SMIe Maria Paola Volponi, responsabile nazionale Convenzionata. Lanciato un messaggio chiaro: “Porre fine al malinteso federalismo, colmare il gap con il meridione, basta gli spot, serve programmazione, dialogo con la categoria, non scelte calate dall'alto, potenziamento delle cure primarie e risorse. Per il prossimo futuro, contratto unico dei medici". Ascoltata anche Fvm, presente anche con Mirella Triozzi


(Leggi tutto...)

Dalla sezione Home Page del nostro sito:

RESPONSABILITA' PROFESSIONALE, LA POSIZIONE SMI SUL CORRIERE DELLA SERA

09 Luglio - Sulla responsabilità professionale dei medici la presa di posizione dello Smi sul Corriere della Sera Economia.  Le dichiarazioni di Salvo Cali'.


(Leggi tutto...)

Pescara: "Quale il ruolo dei medici contro l'escalation della violenza di genere?"


Organizzato dall’OMCeO provinciale con il suo Laboratorio per una Progettazione di Genere nella Salute e con il patrocinio del Comune, si è svolto a Pescara un incontro con la città e fra operatori sul tema "Quale il ruolo dei medici contro l'escalation della violenza di genere?".

All’evento - tenutosi nel luogo identitario per eccellenza della città abruzzese, l’Aurum "Fabbrica delle idee" - hanno partecipato Melania Mucci, Vice Prefetto, e Cristina Tedeschini, Sostituto Procuratore di Pescara. È stato ricordato il significato del fiocco bianco come simbolo dell’impegno personale a non commettere, né tollerare o rimanere in silenzio, comportamenti violenti, nei diversi ambiti: in guerra, per le strade, nei luoghi di lavoro, ma anche tra le pareti domestiche. Portare un fiocco bianco è un modo per dire “non c’è posto per la violenza, per la violenza sulle donne, non c’è posto per la giustificazione o il silenzio. Occorre insieme, uomini e donne, cercare modalità per una “riconciliazione” tra i sessi”.

Annarita Frullini, Coordinatrice Osservatorio FNOMCeO sulla professione femminile, ha detto: “Noi medici vogliamo esserci, non solo supportando le attività istituzionali e culturali di contrasto a questo fenomeno, ma anche nell’esercizio quotidiano della nostra professione, imparando a cogliere i cosiddetti segnali deboli, perché il fenomeno della violenza avviene spesso tra le mura domestiche, e sempre precede il femminicidio, che è la punta di un iceberg. Le comprensibili reticenze a parlare di episodi di maltrattamento possono essere superate, in un contesto di fiducia e di accoglienza, nella relazione di cura”. La violenza di genere è anche un problema di salute pubblica, con costi enormi sui bilanci dello Stato in termini di spese mediche, processuali, di redditività. Secondo l’OMS è possibile “valutare il legame esistente tra la violenza all'interno della coppia e una serie di sintomi ed eventi associati alla salute; e definire quei fattori che possono proteggere la donna o esporla ad una situazione di rischio di violenza all'interno della coppia”.

Valentina D’Agostino, procuratore in Pescara che lavora in un gruppo specializzato negli interventi sulle fasce deboli, ha inquadrato i reati che si consumano in ambito familiare: maltrattamenti, atti persecutori e reati di violenza sessuale. “La violenza domestica - ha spiegato - si configura in abuso di posizione dominante fra un soggetto debole e un soggetto agente. Il reato di maltrattamenti in famiglia, esteso alle famiglie di fatto, è stato riformato anche dalla convenzione di Lanzarote, ratificata nell'ottobre 2012, che riguarda principalmente la tutela dei minori. L’introduzione dell’ipotesi di reato di atti persecutori o stalking del 2009 è un altro strumento giuridico importante.
Minacce, ingiurie e lievi lesioni sono di competenza del giudice di pace come fenomeni di microconflittualità ma assumono, se reiterate, diverso significato.
Stiamo assistendo a una crescita esponenziale di denunce per maltrattamento in famiglia. Questa tipologia di reato è abituale e perseguibile d'ufficio. Abbiamo anche tante denunce di genitori nei confronti di figli, con condotte penalmente rilevanti”
.

Ci si chiede se la denuncia possa essere uno strumento utile di uscita dalla violenza e di tutela delle donne e perché vi sia un alto numero di richieste di archiviazione dalle Procure o richieste di remissione della denuncia/querela da parte della persona offesa, forse spinta a minimizzare.
“Occorre dettagliare la denuncia
- la risposta di D'Agostino - e trovare altre soluzioni perché la magistratura penale può intervenire, ha gli strumenti per farlo, ma ha misure limitate nel tempo.
La custodia cautelare in carcere è l'estrema ratio e occorre dare alternative concrete alle donne maltrattate e curare il soggetto maltrattante. Ci muoviamo in un campo delicato dove s’intersecano diversi saperi, con profili sociologici e culturali, sanitari e giuridici. Dal nostro punto di vista è necessaria una formazione della polizia giudiziaria che raccoglie le denunce. Ed è fondamentale creare una rete di relazioni fra gli organismi che, a vario titolo, si occupano di questa materia con una particolare collaborazione con le strutture sanitarie”
.

Mauro Della Guardia, medico di pronto soccorso, nell’affrontare il tema del Riconoscimento della violenza di genere ha detto: “L’aumento dei casi di violenza, soprattutto maltrattamenti e percosse all’interno delle mura domestiche, crea una situazione difficile per gli operatori, che si trovano a dover affrontare situazioni lavorative impegnative sia sul piano umano sia su quello sanitario. I reati di violenza sono spesso sottostimati: la violenza si manifesta 10 volte più frequentemente di quanto non sia percepita dagli operatori.
L’accesso al PS può essere il momento in cui, individuata una storia di maltrattamento, si può intervenire. Si può lavorare su un modello organizzativo e indicatori di risultato immediati e a medio termine”
(in allegato l'intervento completo).

Rita Pellegrini, presidente ed operatrice del Centro Antiviolenza Ananke, ha parlato delle attività del centro e della necessità di agire sulla prevenzione, perché non si debba solo re-agire all'emergenza. “Manteniamo e rafforziamo le reti antiviolenza, volontarie ed istituzionale, che hanno avuto origine dalle esperienze Urban. La violenza nasce in relazioni non funzionali, ma non ci sono relazioni causa/effetto. Spesso nasce dalla non accettazione e dall’abbandono. Nei racconti dei maltrattanti è presente una lunga progettazione relativa a come fare del male. Nel centro proponiamo scambio di saperi e relazioni interpersonali per rafforzare quella che è l'identità femminile, per proteggere da quelle forme di isolamento che sono usate come sistema prevaricante. Ci sono donne che hanno preso consapevolezza, altre che faticano a dis-velare quello che hanno subito. Per noi operatrici c’è la sofferenza dell'ascolto, la difficoltà di distinguere le proprie emozioni da quelle della donna”.

Nel concludere Frullini ha detto: “La violenza di genere potrà essere sconfitta solo quando impareremo a riconoscerla nei suoi aspetti minimali, quando finirà il discredito e l’indifferenza verso le vittime e verranno meno quelle strategie di occultamento che mettiamo in atto, a livello individuale e collettivo, per non vedere e non capire. La violenza contro le donne è un problema globale che riguarda tutte/i, anche uomini che non sono violenti e donne che non hanno sperimentato violenza. È importante che si elabori lo stare nel conflitto e nelle incertezze. Nel vivere desiderando una felicità personale si deve anche imparare come si possa reagire/adattarsi ai problemi. Michela Marzano dice “Ci sarà sempre uno scarto tra l’esperienza e quello che si riesce a dire. Ma quando lo scarto è troppo grande non si capisce più nulla di se stessi e del mondo”.

L’incontro si è concluso con le parole di Nora da “Casa di bambola” di Henrik Ibsen (testo scritto ad Amalfi nel 1879), recitate da Patrizia Di Fulvio, attrice e regista.
Redazione FNOMCeO Web

Articolo pubblicato in: Dimensione Donna News

lunedì 8 luglio 2013

Responsabilità Civile obbligatoria: Medici come automobili

Premessa
Entro il 13 agosto 2013 tutti i liberi professionisti dovranno mettersi in regola stipulando una polizza RC professionale, adempiendo così alle determinazioni imposte dall'art. 5 del Dpr 7 agosto 2012 n.137, che ha stabilito l'obbligo per ogni professionista (medici, infermieri, avvocati, ingegneri, commercialisti, notai, architetti, ecc.) di sottoscrivere idonea assicurazione per i danni derivanti al cliente dall'esercizio della propria attività, comprese le attività di custodia di documenti e valori ricevuti dal cliente stesso. Il decreto prevede anche che ogni professionista renda noto al cliente, al momento dell'assunzione dell'incarico, gli estremi della polizza Rc professionale, il relativo massimale e ogni variazione successiva.

da DottNet


Il Comitato Unitario delle Professioni (Cup) e l'Associazione nazionale avvocati di Napoli chiedono il rinvio dell'entrata in vigore dell'assicurazione obbligatoria per le professioni, prevista il 13 agosto. 

I professionisti chiedono il rinvio di almeno un anno dell'entrata in vigore della normativa, per effettuare le opportune modifiche. ''Ci sono numerosi punti nodali che andrebbero sciolti prima dell'obbligatorieta' - afferma Maurizio de Tilla, presidente del Cup - dai rischi da assicurare alle franchigie, dallo scoperto alla retroattività. Inoltre, la norma penalizza giovani e precari, per i quali non è previsto alcun tipo di agevolazione, e che andrebbero quindi esentati''. ''L'assicurazione obbligatoria - aggiunge De Tilla - ha come conseguenza un incentivo al contenzioso ed un innalzamento dei premi che non può che ricadere sui cittadini. Nulla, infatti, è stato fatto per evitare i cartelli assicurativi e per scongiurare che i premi aumentino a dismisura come avvenuto in Francia''. I medici, intanto, protestano contro la polizza assicurativa personale per colpa grave, obbligatoria dal prossimo 13 agosto. Un'ulteriore spesa che, denuncia il Sindacato medici italiani (Smi), potrebbe gravare sui camici bianchi anche per somme fino a 15mila euro all'anno. ''E' una vergogna - dice il presidente nazionale dello Smi, Giuseppe Del Barone - vogliono che il rapporto medico-paziente si basi sulle stesse regole con cui si dirimono i contenziosi che nascono dai sinistri automobilistici. Come al solito si svilisce il ruolo del medico e come al solito su di loro si scarica il peso, anche economico, della cattiva organizzazione del sistema sanitario. Intanto a monte restano irrisolti problemi anche gravi, la medicina difensiva, per esempio, costa alle casse dello Stato 10 miliardi di euro, lo 0,75% del Pil, quanto l'Imu''.  Dal 13 agosto prossimo le singole aziende dovranno garantire la copertura assicurativa solo per colpa lieve provocata ai pazienti dai propri dipendenti mentre i singoli camici bianchi dovranno sottoscrivere una polizza assicurativa personale per danni provocati per colpe gravi. A indignare particolarmente il sindacato è il passaggio in cui si obbliga a esibire gli estremi delle polizze ai propri assistiti indicando i massimali della copertura assicurativa. ''Un medico trattato alla stregua di un'utilitaria'' rincara Del Barone.  ''E' un tema che interessa e crea preoccupazione ai nostri circa 23mila iscritti - dice il presidente dell'Ordine di Napoli, Bruno Zuccarelli - E' un problema in particolare per i colleghi pensionati, allarmati al pensiero di dover sottoscrivere una polizza assicurativa per tutelarsi da eventuali danni provocati con la loro attività professionale a un numero limitato di parenti e amici che continuano a chiedere la loro consulenza sanitaria''.