giovedì 30 gennaio 2014

L'emergenza PS è il risultato delle politiche regionali

Al Pertini lunghe attese al Pronto Soccorso per colpa della Regione
«Quella che viene spacciata come un’emergenza, è il risultato dell’applicazione delle ricette che determinano il modello di sanità voluto da Governo e della Regione Lazio. L’ospedale S. Pertini, la ASL RM/B e tutte le strutture della sanità pubblica della Regione Lazio da anni subiscono le scelte di tutti i governi nazionali e regionali che si sono alternati in piena continuità». Lo dichiara in una nota Stefano Zecchetti della USB della ASL RM/B. «Se vengono tagliati posti letto e bloccate le assunzioni – prosegue – si può parlare di emergenza? Se le risorse vengono consegnate ai vampiri delle strutture pubbliche, si può parlare di deficit? Una assistenza sanitaria gestita e giustificata dalla falsa emergenza, che nega diritti a pazienti e lavoratori, che determina nell’ospedale S.Pertini le lunghe attese nel Pronto soccorso con pazienti su barelle sedie e posti letto chiamati bis in Medicina (senza campanello, ossigeno ecc.), mentre si tengono chiusi 26 posti letto di Medicina, 6 posti letto di osservazione breve al Pronto Soccorso, 4 posti letto di rianimazione dopo i soldi spesi per la loro realizzazione, ecc ecc.. questo accade all’Ospedale Pertini». «Impossibili e vergognose le condizioni di lavoro del personale che dovrebbe garantire l’assistenza – prosegue ancora la nota – sotto organico con doppi turni e turnazioni illegali, disorganizzazione e confusione imperante, impediscono di svolgere le attività come necessario, mettendo a rischio i pazienti e la salute psico-fisica degli operatori. In questo contesto è ipocrita continuare a parlare di malasanità quando siamo di fronte ad un palese disegno politico di smantellamento del diritto alla salute per la maggioranza della popolazione che non può permettersi di pagare le prestazioni sanitarie. La USB si attiverà nei prossimi giorni, insieme a tutti coloro che vogliono contrastare il taglio dei diritti e della dignità di lavoratori e cittadini, per immediate assunzioni e apertura di posti letto e per sottrarre le risorse destinate ai privati riconsegnandole al pubblico, invitando alla partecipazione attiva delle iniziative, per essere protagonisti e non vittime sacrificali di queste politiche criminali

Cassazione, medici di medicina generale: ecco i paletti agli accordi locali

di Paola Ferrari (da Il Sole-24 Ore Sanità)
 28 gennaio 2014                                          
Il rapporto ottimale non può essere innalzato dalle Regioni. Gli accordi locali nelle Province autonome non possono violare le regole delle convenzioni nazionali. E il giudice competente nelle controversie è quello ordinario, non quello amministrativo. Sono tre indicazioni destinate a fare giurisprudenza quelle espresse nella sentenza di rinvio n. 67/2014 del 7 gennaio emessa dalle Sezioni Unite della Cassazione.
L'occasione è derivata dall'appello della Fimmg contro la determinazione della Provincia autonoma di Bolzano che innalzava il rapporto ottimale dei generalisti a un medico ogni 1.500 assistibili con massimale fino a 2.000 per ogni medico, violando, secondo il sindacato, la legge 833/1978, art. 48, comma 3. Secondo la Fimmg, l'innalzamento oltre il massimale previsto dagli Acn (1 medico ogni 1.000 assistibili con massimo di 1.500 pazienti) è un limite inderogabile dalla contrattazione decentrata.
La questione aveva visto nella fase di merito due pronunce opposte.
Le Sezioni Unite hanno adesso dato ragione ai medici considerando il provvedimento regionale illegittimo. Le regole di riferimento, contenute nel Dlgs 502/1992, art. 8 (richiamate dal Dl 81/2004, art. 2 nonies, convertito dalla legge 138/2004), costituiscono princìpi fondamentali cui la legislazione provinciale è tenuta a uniformarsi. Il contenuto degli Acn rappresenta principio generale di regolazione del rapporto convenzionale dei medici di medicina generale e dei pediatri a livello nazionale. Di conseguenza, le convenzioni decentrate possono regolare autonomamente gli aspetti collaterali a quelli già definiti con gli Accordi collettivi, ma non possono contraddirli. Questo vale, afferma la sentenza, anche nel caso delle Regioni autonome i cui statuti hanno carattere concorrente con la legislazione statale: la loro autonomia deve essere esercitata, oltre che in armonia con la Costituzione e i princìpi dell'ordinamento giuridico dello Stato, nei limiti dei princìpi stabiliti dalle leggi dello Stato (comma 1).
Al riguardo, la Corte costituzionale con la sentenza 59/2006 ha rilevato che quando la normativa interessata ricade nella competenza legislativa concorrente, l'autonomia delle Province di Trento e Bolzano non rende più ampia la loro sfera legislativa in confronto a quella delle Regioni a statuto ordinario; il che comporta che, al pari delle Regioni, nelle materie di legislazione concorrente, ai sensi dell'art. 117, comma 3, ultima parte, spetta alle due Province «la potestà legislativa, salvo che per la determinazione dei princìpi fondamentali, riservata alla legislazione dello Stato».
In tema di giurisdizione, la sentenza ha chiarito che sono rimesse alla giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo solo le controversie relative a concessioni di pubblici servizi in cui la Pa, quindi, agisce come autorità impositiva. Quando, al contrario, agisce con interventi a contenuto negoziale la materia è attribuita alla giurisdizione del giudice ordinario dal Dlgs 165/2001, articolo 63, comma 3, rientrando nel novero delle «controversie promosse da organizzazioni sindacali, dall'Aran o dalle pubbliche amministrazioni, relative alle procedure di contrattazione collettiva di cui all'art. 40 e seguenti del decreto», tra le quali vanno ricomprese anche le controversie in cui venga in contestazione la validità o l'efficacia di determinate clausole collettive (v. S.u. n. 3145/2003).
In conclusione, le Sezioni Unite hanno cassato la sentenza 15/2011 della Corte d'appello di Trento, sezione distaccata di Bolzano, rinviando alla stessa Corte in diversa composizione. Con l'ordine di procedere a nuovo esame applicando il principio di diritto enunciato: il contenuto delle convenzioni nazionali «rappresenta principio generale di regolazione del rapporto convenzionale dei medici di medicina generale a livello nazionale» e gli accordi decentrati tra Provincia autonoma e sindacati «possono regolare autonomamente gli aspetti collaterali a quelli già definiti con gli accordi nazionali previsti dalla legge 138/2004, ma non possono contraddire le disposizioni contenute negli accordi stessi».


MANUALE PER LE CURE MIRACOLOSE da parte dell'AIFA

Pubblicato il decreto regionale per le case della salute nel Lazio

Riporto qui di seguito l'articolo di Quotidiano Sanità di ieri che pubblica la notizia della approvazione del decreto regionale sulle case della salute.
Nell'ambito dello stesso articolo c'è il link al testo completo.

Un primo sommario giudizio mi porta a dire che si tratta, almeno in apparenza, di un "restyling"  dei distretti ASL con un tentativo di maggiore integrazione con il territorio,  UCP comprese, che sembrerebbero continuare a costituire un elemento importante della rete di assistenza territoriale.
Naturalmente è presto per dare un giudizio definitivo e bisognerà vedere la faccenda alla prova dei fatti.

Lazio. Pronto il decreto "Case della Salute". Potranno lavorarci tutti i Mmg, senza obblighi. Il testo

La bozza definitiva spiega che nelle strutture sarà apicale la figura del "Dirigente medico di distretto", responsabile per gli aspetti igienico-sanitari e per quelli gestionali. Verranno costituite equipe multidisciplinari e multiprofessionali. Previsti programma formativo ad hoc e informatizzazione processi. LA BOZZA DEFINITIVA

29 GEN - Sottoscritto stamane, presso gli uffici della Pisana, il Decreto del commissario ad acta relativo alle Case della Salute. La bozza definitiva spiega che le nuove realtà rappresenteranno “una rete di strutture territoriali organizzate per livelli di complessità assistenziale”. Esse saranno collegate tra loro “con le strutture di ricovero pubbliche e private accreditate, con le Unità di Cure Primarie esterne alla struttura, con le farmacie pubbliche e private, e con gli altri presidi presenti sul territorio per garantire un’offerta di servizi tale da assicurare l’efficace presa in carico dei cittadini e il coordinamento delle risposte da garantire loro”. E per raggiungere tali obiettivi è stato stabilito che “i software della cartella orientata per problemi (Cmop) della medicina generale dovranno essere in cloud; la piattaforma Siat dovrà integrarsi con gli applicativi in uso nella medicina generale”.

Nel complesso tutti i medici di medicina generale potranno lavorare presso le Case della Salute senza obbligo alcuno mentre, allo stato attuale, non sono state previste corsie preferenziali per i medici precari. Il raccordo funzionale con il territorio e con gli altri presidi aziendali dovrà realizzarsi soprattutto mediante “la condivisione di una piattaforma informatica, su cui rendere disponibili ai professionisti le informazioni utili al trattamento dei pazienti”.

Apicale sarà la figura del “Dirigente medico di distretto” che in primis è responsabile della struttura per gli aspetti igienico-sanitari e per quelli organizzativi e gestionali. Egli cura “in collaborazione con il Coordinatore dei medici di medicina generale e il Dirigente infermieristico di distretto l’applicazione del regolamento interno sull’ordinamento e il funzionamento della struttura”.

Le Case della Salute si caratterizzeranno per modalità di lavoro integrate e, a tal fine, vengono costituite equipe multiprofessionali e multidisciplinari per “coordinare i processi clinico assistenziali organizzando il lavoro in funzione dell’integrazione dell’intervento, condividendo finalità, modalità organizzative, ripartizione del lavoro e attività di coordinamento”. Dell’equipe fanno parte tutte le figure professionali, sanitarie e sociali, che intervengono nel trattare un determinato paziente.

La Regione si occuperà di realizzare un programma formativo ad hoc per la Casa della Salute, “con particolare riferimento alle modalità organizzative e di funzionamento finalizzato a formare un numero limitato di tutor per ciascuna Asl”. Saranno poi proprio le Asl, mediante tutor, a “realizzare specifici percorsi formativi dedicati alle equipe della Casa della Salute, configurati sui principali Pdta e, più in generale, eventi formativi destinati all’insieme del personale operante nella Casa della Saluta, esteso al personale proveniente da altri servizi e strutture di riferimento”.

sabato 18 gennaio 2014

Indennità esclusività e continuità esperienza professionale

ALTRO GRANDE SUCCESSO SMI

Pubblicata la motivazione della sentenza della Corte di Appello di Roma n. 514/2013 con cui la Corte ha rigettato l'appello  avverso la sentenza del Tribunale di Civitavecchia che riconosce la continuità di esperienza professionale anche in presenza di interruzioni minime di precedenti rapporti di lavoro a tempo determinato, in quanto la tesi sostenuta dall'appellante appare eccessivamente formalistica e rischierebbe, in casi come quello in esame, di svuotare di contenuto la previsione contrattuale nella parte in cui include anche i contratti a tempo determinato ai fini della maturazione dell'anzianità professionale, come esattamente rilevato dal giudice di prime cure.
 
 avv. Antonio Puliatti
 
 




Ancora sull'IRAP

GRANDE VITTORIA SMI
Con ordinanza n. 958/2014 la Corte di cassazione, in accoglimento delle deduzioni di questo studio, ha rigettato l'appello promosso dalla agenzia delle entrate avverso una sentenza che riconosceva ad un medico di AP il diritto al rimborso dell'IRAP precisando che " la sussistenza di un dipendente part time non costituisce elemento che di per sè provi l'assunto dell'agenzia, specie in relazione ad un medico di base tenuto nell'interesse della sanità pubblica ad un'efficienza e continuità del servizio", in tal modo riconoscendo la peculiarità dell'attività del medico di base che in effetti è inserito in una organizzazione altrui quale è il SSN.
 avv. Antonio Puliatti




Sanità laziale in crisi. Le proposte dello Smi su Quotidiano Sanità

da Quotidiano Sanità

Gentile direttore,
in riferimento ai gravi fatti di cronaca recentemente riportati dalla stampa regionale (ritardi delle ambulanze, con annesso episodio di decesso per infarto; paziente visitato, dimesso per lombalgia che, dopo 5 giorni, muore per aneurisma addominale), Le scrivo per presentare una sintesi dei punti critici che affliggono, ormai da anni, la sanità del Lazio, poiché, noi medici "di  trincea", che quotidianamente affrontiamo la malattia e il malato, spesso con abnegazione, cercando di sopperire alle carenze strutturali e organizzative, siamo sempre e puntualmente inascoltati e, a volte, anche sanzionati.

E’ assolutamente necessario che la gente sappia di chi è la responsabilità di questa realtà ormai al collasso. Tenga conto che ho scritto ed inviato i seguenti punti ben due anni fa ai vari esponenti politici ma, a quanto pare, la situazione non è affatto mutata. Per chi crede fermamente nella professione medica e cerca, ogni giorno, di agire secondo scienza e coscienza, per chi ha scelto di lavorare solo nel comparto pubblico, come tutto lo staff della segreteria regionale Smi (Sindacato Medici Italiani), è veramente intollerabile l'idea che, a pagare per le innumerevoli disfunzioni organizzative sia, in primis, il cittadino, e poi il medico, che si dedica alla professione con serietà e professionalità e che rimane inascoltato da chi avrebbe, invece, il sacrosanto obbligo di ascoltarlo.

Le criticità della Sanità del Lazio in 14 punti:


1) Inadeguata informazione alla popolazione sui servizi sanitari esistenti e su come utilizzarli al meglio;

2) Riduzione dei posti letto in Ospedale, senza valide alternative sul territorio;

3) Riduzione del personale medico e paramedico, con blocco del turn-over ormai settennale (dal febbraio 2007);

4) Studi medici di famiglia già aperti 10 ore al giorno con le Unità di Cure Primarie (Ucp), ma inadeguata informazione alla popolazione.

5) Impossibilità per i medici di famiglia di avere un accesso diretto per determinate analisi (Rx, Ecg, Tac, Rmn o visite specialistiche). Per cui, molti pazienti, pensando di far prima by-passano il medico di famiglia, si recano direttamente in pronto soccorso. Non solo: i medici di famiglia sono stati pesantemente burocratizzati. Ormai trascorrono più tempo al computer che a visitare i pazienti, in quanto obbligati a lavorare per l'Inps con l'invio dei certificati online. O a lavorare per il Fisco, dovendosi accertare che gli assistiti abbiano o meno il diritto all'esenzione.
Sono inoltre sottoposti  a controlli costanti  sulle prescrizioni farmacologiche e di diagnostica, mentre  gli altri soggetti prescrittori (specialisti ambulatoriali, ospedalieri e universitari), non dispongono neanche di strumenti informatizzati per la prescrizione, poiché le Asl e/o le aziende ospedaliere non hanno mai provveduto alla dotazione strumentale di base (computer, collegamento internet, cartella clinica informatizzata). Queste carenze impediscono al sistema di potersi coordinare. Il medico di medicina generale non è in condizione di accedere ad una prenotazione diretta  per un esame diagnostico, non è in condizioni di interloquire con un ospedaliero, laddove dovesse ravvedere una urgenza, né può avere aggiornamenti o informazioni su un proprio assistito ricoverato. Neanche i servizi di pronto soccorso sono in raccordo con le 800 Ucp (Unità di cure Primarie) dislocate sul territorio, nelle quali sono organizzati i medici di famiglia della Regione. Per non parlare del sistema di gestione della domiciliarità e del paziente cronico di cui tutti i politici, puntualmente, sollevano il problema, ma non lo risolvono. Ogni azienda utilizza sistemi differenti di accesso alla presa in carico, tutti i servizi Cad (Centri Assistenza Domiciliare), sono sostanzialmente dati in appalto a cooperative infermieristiche con esponenziale declino del livello qualitativo dell’assistenza sanitaria e relativo aumento di spesa. Gli orari  sono limitati a poche ore settimanali e non riescono a coprire il fabbisogno.

6) Mancata implementazione della pianta organica della Continuità Assistenziale (ex Guardia Medica), come sancito nell'Accordo Integrativo Regionale del 2005, che prevedeva quasi un raddoppio della pianta organica stessa, ma che è rimasto lettera morta. E si continua a lavorare con lo stesso numero di medici di notte, festivi e prefestivi, non tenendo conto che la popolazione è aumentata sia come numero, sia come aspettativa di vita, ed è quindi è aumentato anche il fabbisogno di salute;

7) Tra l'altro, in una città come Roma, definita Metropoli solo sulla carta, si calcolano ancora 3.500.000 abitanti, senza tener conto dell'afflusso turistico e che anche i turisti beneficiano, gratuitamente, del servizio sanitario regionale. Così come non si tiene conto dei pendolari, dei non residenti e degli extracomunitari. Aggiungendo tutti questi pazienti, solo a Roma, si contano oltre 5 milioni di assistiti;

8) Riduzione del Servizio di Emergenza Sanitaria (Ares 118), con meno ambulanze pubbliche e comparsa di un sempre più cospicuo numero di ambulanze private convenzionate con il 118; in cui gli infermieri e gli autisti sono sottopagati (infermieri 7 euro l'ora, autisti 5 euro l'ora), e senza alcuna tutela. Sempre più spesso, inoltre, per sopperire alla carenza di organico, si assiste all'invio di ambulanze a “due”, ovvero: con infermiere e autista, senza barelliere. Questo comporta notevoli difficoltà nel trasporto del paziente, con la necessità di richiedere l'aiuto dei familiari. In alternativa, è necessario attivare un'altra ambulanza, con annesso aumento dei costi da una parte e aumento dei tempi di attesa per i pazienti dall'altra. Per non parlare, poi, della drastica riduzione dei medici nelle ambulanze, medici che potrebbero trattare i pazienti a domicilio per patologie minori, senza intasare i pronto soccorso e che potrebbero portare il paziente all'ospedale più idoneo per le patologie più gravi, con un miglioramento non solo delle aspettative di vita, ma della  stessa qualità di vita, senza esiti invalidanti e, quindi, con un minor costo per la società;

9) Riduzione dei servizi di psichiatria sul territorio, con tutto quel che ne deriva a cominciare dalle ricadute sulle famiglie che non sanno a chi rivolgersi. I pochi centri esistenti sono oberati di lavoro e non riescono a farsi carico di altro, né riescono ad attirare l’attenzione dei politici, salvo, poi, quando accade un fatto eclatante.

10) Sulla sanità regionale grava anche il servizio sociale. Ad esempio, molti senza fissa dimora o clochard, soprattutto durante il periodo invernale, non usufruiscono dei servizi sociali ma, bensì, del servizio sanitario, a cominciare dalla richiesta delle ambulanze.
L'ambulanza interviene e soccorre il clochard che vuole andare in ospedale per mangiare e per dormire al caldo, occupando una barella che servirebbe ad altri scopi. D'altra parte, se l'ambulanza non carica la persona riversa a terra, c'è sempre qualcuno pronto a denunciare; e allora ecco che gli ospedali, soprattutto quelli romani, si ritrovano tutti con almeno 3-5 barelle occupate;

11) Nomine politiche dei Direttori Generali e, a cascata, a volte, anche dei Primari. Questo incide, notevolmente, sul servizio sanitario considerando che nessuno si assume la responsabilità di denunciare quello che non funziona e cercare di porvi rimedio. Sarebbe ora di cominciare ad adottare un sistema meritocratico e di professionalità nella scelta dei manager, forse qualcosa potrebbe migliorare.

12) Aumento ciclico delle cliniche private convenzionate che, tuttavia, quando hanno un'urgenza chiamano il 118, poiché non hanno né cardiologi, né anestesisti di guardia, o hanno un solo medico di guardia per tutta la Clinica. In definitiva, in questo tipo di strutture sanitarie, non si registra mortalità perché, il paziente grave, viene sempre e comunque trasferito in ospedale. 

13) Mancanza di posti letto di Breve Osservazione (Obi), che non andrebbero ad incidere sulla dotazione dei posti letto di 3/mille su base nazionale.

14) E ancora: che fine ha fatto il Centro Unico di Acquisto per Farmaci e Presidi? Ci sono prezzi diversi fra Regione e Regione, fra Azienda e Azienda e, molto spreco, è legato al passamano nei vari corridoi. Altro che spending-review! 

Francesca Perri
Responsabile nazionale Smi per il 118 e Pronto Soccorso 


giovedì 16 gennaio 2014

Decreto Commissariale U00003 del 15 gennaio 2014

Con decreto commissariale viene (finalmente) abolita la monoprescrizione delle statine a partire dal 1 febbraio 2014. 
Nello stesso decreto viene inoltre introdotta una modifica della Delibera 124/2007 nella parte relativa all’individuazione del prezzo di riferimento dei farmaci Inibitori di Pompa Protonica.

Concluso il primo tavolo tecnico sulle case della salute

COMUNICATO STAMPA
 «Sì alle “Case della Salute”; purchè non sostituiscano l’attività degli studi di assistenza primaria (medico di famiglia) o della continuità assistenziale (ex guardia medica)».
Lo ha dichiarato Paolo Marotta vice-segretario Smi-Lazio, in occasione del primo Tavolo tecnico incentrato sull’istituzione delle “Case della Salute”, che si è svolto questa mattina presso la sede della Regione Lazio. Le strutture sanitarie in questione, che nascono per decongestionare il massiccio afflusso nei pronto soccorso regionali, dovrebbero essere finanziate, però, sottraendo ai medici di famiglia le indennità che percepiscono per collaboratori, mantenimento delle strutture e informatizzazione. Secondo Paolo Marotta: «L’esperienza degli ambulatori Med (strutture di medicina generale di quartiere), dovrebbe aver insegnato qualcosa. I risultati ottenuti sono stati raggiunti grazie all’abnegazione di piccoli gruppi di medici giovani e motivati e non da grandi gruppi indistinti di medici di medicina generale. In quest'ottica non é accettabile parlare solo delle indennità dei medici di famiglia che non possono essere assolutamente toccate» poiché, ha asserito ancora il Sindacalista, «l’eventuale taglio, costringerebbe i circa 4.824 medici laziali a chiudere il proprio studio medico, facendo gradualmente confluire i pazienti direttamente presso le nuove strutture, previste in ogni municipio romano. Fenomeno che andrebbe, di fatto, a modificare tutto l’assetto dell’assistenza territoriale, con un netto peggioramento della qualità del servizio al cittadino». Quindi Paolo Marotta ha concluso: «Le “Case della Salute” rappresentano un valore aggiunto nel momento in cui garantiscono un ulteriore sostegno all’assistenza sanitaria territoriale, favorendo un supporto ai pronto soccorso ospedalieri, nonché una valida opportunità di lavoro per i giovani medici precari; non un subdolo smantellamento della medicina generale».


mercoledì 15 gennaio 2014

Cominciano le trattative regionali

Convocati in regione le OO.SS con la costituzione di una serie di tavoli tecnici riguardanti :

  1. Appropriatezzza prescrittiva:
  2. Formazione Medicina Generale
  3. Informatizzazione:
  4. AIR 

  5. CASE DELLA SAALUTE

Vi terremo aggiornati sull'evoluzione dei lavori
SMILAZIOCOMUNICAZIONI


Viaggio in Marocco: Deserto e Khasbas

L'amico e collega Roberto Rocchi mi ha chiesto di pubblicizzare il viaggio da lui organizzato con un gruppo di amici. Chiunque voglia aggregarsi può contattare l'agenzia il Giroscopio facendo riferimento al "gruppo Rocchi"

Marocco : Deserto e Kasbahs

dal 21 al 27 Aprile 2014


1° Giorno – 21 Aprile - Roma / Marrakech
Partenza con volo di linea per Marrakech via Casablanca. Arrivo.
Accoglienza e trasferimento all'Hotel Atlas Medina ****.
Sistemazione nelle camere riservate. Pernottamento.

2° Giorno – 22 Aprile - Marrakech / Boumalne Km 310
Prima colazione. Partenza in pullman per Boumalne attraverso il passo di Tizi n' Ticka a 2260 metri di altitudine, nella catena dell'Alto Atlante e le Kasbahs che si incontreranno lungo il percorso. Pranzo in ristorante.
Nel pomeriggio sosta fotografica a Tamdaght e visita della Kasbah di Taourirt. Arrivo a Boumalne nel pomeriggio.
Sistemazione presso l'Hotel Xaluca Dades****. Cena e pernottamento.

3° Giorno – 23 Aprile - Boumalne / Todra / Erfoud / Merzouga Km 253
Dopo la prima colazione partenza in pullman alla scoperta della Valle del Dadès. Proseguimento per Tinerhir e visita delle Gole del Todra: 250 metri di roccia a strapiombo sulla vallata bagnata dall'omonimo fiume. Pranzo.
(La visita delle Gole, in caso di avverse condizioni meteo, potrebbe essere annullata).
Quindi proseguimento per Erfoud. Da qui, a bordo di fuoristrada 4 x 4 si proseguirà per il deserto fino a Merzouga. Sistemazione presso il Campo Tendato Belletoile (tende con servizi). Cena Berbera nel deserto.
Grazie alla sistemazione nel Campo Tendato si avrà l'opportunità di assistere al meraviglioso spettacolo del tramonto e dell'alba nel deserto. Pernottamento.

4° Giorno – 24 Aprile – Merzouga / Erfoud / Alnif / Zagora Km 330
Sveglia di buon mattino per una escursione alle Dune di Merzouga per poter assistere allo stupendo spettacolo del
del levarsi del sole sulle Dune. Partenza quindi in fuoristrada 4 x 4 per Erfoud. Da qui, a bordo del pullman si proseguirà il viaggio per Alnif, piccolo villaggio berbero. Sosta per il pranzo.
Al termine, proseguimento del viaggio percorrendo le suggestive strade del Vecchio Atlante e della Valle del Draa, caratterizzata dalla presenza di un gran numero di Kasbah.
Arrivo in serata a Zagora. Sistemazione presso l' Hotel Reda **** .
Cena e pernottamento.

5° Giorno – 25 Aprile – Zagora / Ouarzazate Km 163
Dopo la prima colazione partenza in pullman per Ouarzazate via Agdz; da qui ha inizio una strada costruita nella valle del fiume Draa che attraversa numerosi villaggi e palmeti. Arrivo a Ouarzazate, sistemazione presso l'Hotel Karam e pranzo. Nel pomeriggio visita della Kasbah di Ait Ben Haddou, la più famosa del Marocco per i suoi studi cinematografici dove sono stati ambientati molti grandi film quali: il Gesù di Zeffirelli, il Thè nel Deserto, il Gladiatore, ecc. La Kasbah è sotto la protezione dell'Unesco.
Cena e pernottamento.

6° Giorno – 26 Aprile – Ouarzazate / Marrakech Km 203
Prima colazione. Proseguimento del viaggio in pullman per Marrakech via Tifoltoute e sosta per la visita della Kasbah. Arrivo a Marrakech. Sistemazione presso l'Hotel Atlas Medina ****. Pranzo.
Pomeriggio a disposizione.
Una buona occasione per un tuffo in piscina, per effettuare trattamenti nella attrezzatissima Spa dell’albergo o per passeggiare nel multicolore e suggestivo Souk della città vecchia.
Cena e pernottamento.

7° Giorno – 27 Aprile - Marrakech / Roma
Prima colazione. Trasferimento in pullman all’aeroporto di Marrakech.
Partenza con volo di linea per Roma via Casablanca.
Arrivo all’aeroporto Leonardo da Vinci di Roma Fiumicino in serata.

Quota individuale di partecipazione (minimo 25 partecipanti) Euro 1.100

Supplemento camera singola Euro 165
Riduzione 3° letto bambino 2/12 anni Euro 160
Riduzione 3° letto Euro 60

Servizi compresi nella quota:
Passaggi aerei con voli di linea Royal Air Maroc Roma – Casablanca – Marrakech- Casablanca – Roma;
Franchigia 20 kg di bagaglio in stiva e 5 kg di bagaglio a mano;
Sistemazione in negli alberghi indicati o similari – camere doppie con servizi privati;
Sistemazione nel Campo Tendato Belletoile in tende con servizi;
Trattamento di pensione completa dal pernottamento del 1° giorno alla prima colazione del 7° giorno;
Pullman Gran Turismo con Aria Condizionata per l’intero tour tranne per la parte relativa al percorso Erfoud/Merzouga/Erfoud che sarà effettuata in fuoristrada 4 x 4;
Guida-Accompagnatore in lingua italiana per l’intero tour da Marrakech a Marrakech;
Assicurazione sanitaria e bagaglio.

Servizi non compresi:
Le tasse aeroportuali (attualmente Euro 200, suscettibili di variazioni)
Bevande ai pasti, extra personali in genere, quanto non espressamente indicato.

Documenti:
Carta di identità con validità residua di almeno 6 mesi e senza timbro di rinnovo in ultima pagina oppure
Passaporto con validità residua di almeno 6 mesi

Pagamenti:
  • Acconto di Euro 400,00 a persona alla prenotazione (entro il 10 Dicembre 2013)
  • Saldo entro il 20 Marzo 2014.

Supplemento facoltativo:
Polizza annullamento viaggio 2,8% del costo del viaggio (comprese le tasse aeroportuali).
Da richiedere all'atto della prenotazione.

Pagamenti:
I pagamenti possono essere effettuati anche a mezzo bonifico bancario utilizzando i seguenti dati:

Il Giroscopio Srl
Banca Popolare di Milano – Ag. 3 – Roma
IBAN : IT 93 G 05584 03203 000000009702

Condizioni generali di partecipazione:
In caso di recesso da parte del partecipante saranno applicate le seguenti penali:
  • Dal 10 Dicembre al 20 Febbraio il 15 % della quota di partecipazione
  • Dal 21 Febbraio al 25 Marzo il 25 % della quota di partecipazione
  • Dal 26 Marzo al 02 Aprile il 35 % della quota di partecipazione
  • Dal 03 Aprile al 17 Aprile il 70 % della quota di partecipazione
  • Dal 18 Aprile alla data di partenza il 100% della quota di partecipazione

Per le prenotazioni rivolgersi a:

IL GIROSCOPIO Viaggi Tel. 0686897546Fax 0686897548il.giroscopio@virgilio.it